È esploso l’atteso scontro all’interno del Partito Repubblicano dopo che il Presidente Trump ha finalmente preso di petto la quinta colonna nel partito, ovvero coloro che lavorano con i democratici per sabotare i suoi sforzi di cambiare la politica strategica ed economica americana. È risaputo che alcuni senatori repubblicani, quali John McCain, Lindsey Graham, Bob Corker e Ben Sasse, si sono uniti ai leader democratici Charles Schumer e Nancy Pelosi, tra gli altri, nell’attaccare i vertici con il Presidente nordcoreano Kim e con il Presidente russo Putin. Per contrastare gli sforzi di pace di Trump, hanno presentato disegni di legge per chiedere sanzioni ancora più dure contro la Russia, e fanno seguito al CAATSA Act dell’agosto 2017, approvato dal Senato con un margine di 92 voti contro 2.

Ciò che è meno noto è che gli stessi ambienti hanno impedito finora a Trump di mantenere la promessa elettorale, di ripristinare la legge Glass-Steagall e finanziare grandi progetti infrastrutturali. Il filo che lega questi ambienti è l’apparato legato ai finanziatori Charles e David Koch (nella vignetta), dei falsi conservatori che in realtà sono libertari e liberisti. Attaccando apertamente questo apparato, Trump fa capire ai propri sostenitori chi impedisce la rottura definitiva con la politica fallimentare dei suoi predecessori, Bush and Obama, che agivano per conto degli interessi della City di Londra e di Wall Street e promuovevano la geopolitica “unilateralista”.

La faida tra Trump e i fratelli Koch è antecedente alle elezioni del 2016. Nel 2015 i Koch invitarono i potenziali candidati repubblicani a una raccolta di fondi per decidere chi sostenere l’anno successivo. Invitarono i rivali di Trump, Jeb Bush, Marco Rubio e Ted Cruz, escludendo Trump. In risposta, questi pubblicò un tweet nel quale diceva: “Buona fortuna a tutti i candidati repubblicani che sono andati in California a chiedere soldi ai fratelli Koch. Fantocci?”

In totale, i fratelli Koch spesero quasi 900 milioni di dollari nel processo elettorale del 2016, contribuendo alle campagne degli oppositori di Trump nella corsa presidenziale e a quella dei candidati repubblicani al Congresso, e rifiutandosi di sostenerlo quando ottenne la nomina presidenziale. Il 30 gennaio 2017, poco dopo l’inaugurazione del Presidente Trump, Charles Koch fece eco alle lagnanze dei democratici fedeli al Hillary Clinton nel corso di una raccolta di fondi, dicendo: “V’è un terribile pericolo di andare verso l’autoritarismo” con Trump. I due pianificano di spendere altri 300 milioni di dollari nel 2018.

Al Congresso, i fratelli Koch sono il mantice dell’opposizione repubblicana all’agenda economica con la quale Trump ha svolto la campagna elettorale, il che spiega in parte per quale motivo il Presidente non abbia mantenuto la promessa di ripristinare la legge Glass-Steagall, che era stata inclusa su sua insistenza nella piattaforma elettorale del Partito Repubblicano, e di rilanciare le infrastrutture americane. I fratelli Koch finanziano i liberisti che si oppongono al tradizionale sistema economico americano. Essi sono fanatici sostenitori dell’agenda liberista, esemplificata dai trattati NAFTA e TPP cui Trump si è opposto; sono a favore della delocalizzazione e contro il rilancio della produzione industriale nazionale, si oppongono al credito pubblico per le infrastrutture, favorendo le partnership pubblico-privato (PPP), si oppongono a Trump sull’immigrazione, in quanto favoriscono quella illegale come forza lavoro a basso costo, sono a favore della privatizzazione della previdenza sociale e del trasferimento dei fondi pensionistici a truffatori quali la Heritage Foundation e il Cato Institute (hanno dato oltre 100 milioni di dollari di contributi a centri studi liberisti come questi) e sostengono tutti gli sforzi di imporre l’austerità sulla spesa pubblica per ridurre quello che definiscono il “big government”.

Durante la campagna del 2016 Trump denunciò questi finanziatori repubblicani, come i Koch, definendoli “killer molto raffinati” le cui donazioni danno loro il controllo sui legislatori. Denunciò i mega comitati politici dei Koch, come Americans for Prosperity, definendoli “corrotti”. Quando alla festa per la vittoria elettorale promise di “ricostruire le nostre autostrade, ponti, gallerie, aeroporti, scuole e ospedali”, li mandò in bestia.

Non bisogna dimenticare che Trump è stato eletto Presidente sconfiggendo i repubblicani neoconservatori e neoliberisti alla Bush nel cammino verso la nomination, e la loro versione democratica in figure come Obama e Clinton. Mentre la maggior parte degli elettori del Grand Old Party resta leale a Trump, i democratici sperano di far eleggere alcuni repubblicani finanziati dai Koch alle elezioni di metà mandato in novembre, in modo che sostengano i loro sforzi di destituire Trump.

Ecco perché un Trump che rilancia la battaglia contro l’establishment neoconservatore e liberista in entrambi i partiti riapre alla speranza di poter mantenere le promesse elettorali ripristinando il sistema americano.