Nell’occasione del Dante Dì, il 25 marzo, Liliana Gorini, presidente di MoviSol, ed Elke Fimmen, vicepresidente del BueSo, MoviSol in Germania, hanno tenuto un Forum su Zoom sull’importanza di Dante per il mondo intero, rispondendo anche all’ignobile articolo pubblicato da Arno Widmann, un seguace della Scuola di Francoforte, sul Frankfurter Rundschau, in cui si sosteneva che Dante non avrebbe inventato nulla. Come ha spiegato Gorini, è vero il contrario, non solo ha creato la lingua italiana, ma il suo progetto politico ed economico, espresso in altri scritti quali De Monarchia ed il Convivio, ha reso possibile il Rinascimento. Delle 2000 parole che usiamo normalmente nel vocabolario di tutti i giorni, 1600 provengono dalla sua Divina Commedia. Gorini ha dato un esempio della bellezza delle terzine di Dante, e dell’uso che fa dei suoni onomatopeici, recitando le prime terzine dell’Inferno (“nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura”) che riflettono il sentimento di molti italiani in questo anno di pandemia e crisi economica, sociale ed anche psicologica. Ma con la sua Commedia Dante ci insegna come uscire dall’Inferno, e riveder le stelle, grazie alla scienza. Ci sono state molte domande dal pubblico, che dimostrano come i tedeschi la pensino molto diversamente da quello screditato giornalista del Frankfurter Rundschau (uno tra loro Goethe, che definì l’episodio del Conte Ugolino nell’Inferno uno dei più alti esempi di poesia e tragedia). Una domanda era sugli ignavi, che Dante disprezza (“sanza infamia e sanza lodo”) e rappresentano tutti coloro che non prendono posizione su nulla e, come ha detto Elke Fimmen “restano indifferenti di fronte alle carestie o alle guerre”.

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