I ministri degli Esteri dei paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si sono incontrati a Città del Capo, in Sudafrica, l’1 e il 2 giugno, per preparare l’agenda del vertice dei capi di Stato che si terrà a Johannesburg tra poco meno di tre mesi. I cinque ministri sono stati raggiunti il secondo giorno dai loro omologhi di quindici paesi del Sud globale, per una riunione dei “BRICS-Plus”. Rispecchiando l’obiettivo del presidente sudafricano Cyril Ramaphosa (foto) di promuovere rapporti più stretti tra il gruppo e i paesi dell’Africa, otto dei quindici erano africani.
Mentre la maggior parte dei quindici ha partecipato all’incontro in collegamento virtuale, i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, il principe Faisal bin Farhan Al Saud, e Iran, Hossein Amir Abdollahian, hanno partecipato di persona e hanno anche tenuto colloqui bilaterali a margine dell’incontro. Secondo l’ambasciatore sudafricano per gli affari BRICS, sono 30 gli Stati che hanno presentato richieste ufficiali o non ufficiali di adesione ai BRICS, attualmente in corso di esame.
Tra i principali argomenti discussi in vista del vertice del 22-24 agosto, ci sono il consolidamento del gruppo come organismo di leadership che rappresenta e difende gli interessi delle nazioni del Sud globale e la creazione di una valuta BRICS. A questo proposito, il Ministro degli Esteri sudafricano Naledi Pandor ha sottolineato che sono in corso discussioni a livello mondiale, non solo tra i Paesi BRICS, sui modi per evitare l’uso del dollaro, e ha sottolineato la necessità di rafforzare le posizioni delle valute BRICS nel commercio internazionale. Ella ha proposto che la partnership dei BRICS “fornisca una leadership globale in un mondo frammentato dalla concorrenza, dalle tensioni geopolitiche, dalla disuguaglianza e dal deterioramento della sicurezza globale”.
Al termine dell’incontro, il 2 giugno, è stata rilasciata la “Dichiarazione congiunta del Capo di Buona Speranza”, che contiene una chiara confutazione dell'”ordine basato sulle regole” dell’Occidente. La dichiarazione ribadisce l’impegno dei diplomatici “a rafforzare il multilateralismo ed a sostenere il diritto internazionale, compresi gli scopi e i principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite”.
I ministri partecipanti hanno deplorato l’impatto sull’economia mondiale di “misure coercitive economiche unilaterali, come sanzioni, boicottaggi, embarghi e blocchi” e hanno criticato la politica di sacrificare lo sviluppo per “salvare il pianeta”. Essi hanno “condannato le misure protezionistiche unilaterali [adottate] con il pretesto di preoccupazioni ambientali, come i meccanismi unilaterali e discriminatori di adeguamento del carbonio alle frontiere, le tasse e altre misure”. E hanno sottolineato “l’importanza di incoraggiare l’uso delle valute locali nel commercio internazionale e nelle transazioni finanziarie tra i BRICS e i loro partner commerciali”.
In merito all’Ucraina, la dichiarazione finale accoglie “le proposte di mediazione e i buoni uffici volti alla risoluzione pacifica del conflitto attraverso il dialogo e la diplomazia”. Quanto alla questione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, rileva la necessità di affrontarli “in modo non selettivo, non politicizzato e costruttivo e senza due pesi e due misure”.