Editoriale di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol

Mentre è in corso l’esodo estivo di chi se lo può permettere e i parlamenti di quasi tutto il mondo stanno per andare in ferie anche loro, entriamo nel periodo di maggior pericolo per la pace mondiale, i cosiddetti “cannoni d’agosto”. I focolai di guerra si moltiplicano, dall’Ucraina, dove le milizie neonaziste care alla Nuland si preparano ad altre provocazioni militari, alla Turchia, dove Erdogan bombarda i villaggi curdi da cui proveniva l’unica seria resistenza contro il terrorismo dell’ISIS, con la benedizione di Arabia Saudita, Qatar e NATO. Come ha spiegato eloquentemente l’economista e statista americano Lyndon LaRouche, Hillary Clinton ha la possibilità unica di porre fine al pericolo di un’escalation militare, a cui la Russia ha già annunciato che reagirà, dicendo finalmente la verità su ciò che accadde a Bengasi, in Libia, l’11 settembre 2012, quando furono uccisi l’ambasciatore americano Stevens e altri funzionari dell’ambasciata. Allora Obama ordinò alla Clinton di mentire sui responsabili dell’attentato, i jihadisti legati ad Al Qaeda, e di sostenere che si trattasse di una “reazione spontanea” della popolazione a un film su Maometto. Inizialmente Hillary si ribellò e lasciò la stanza in cui avvenne questa discussione, poi si piegò ad Obama, come ha sempre fatto da quando è stata cooptata nella sua amministrazione, e mentì per lui, insabbiando tutti i fatti dell’inchiesta su Bengasi, inclusi gli avvertimenti sul pericolo imminente per l’ambasciata che erano giunti a Obama dall’ambasciatore Stevens, avvertimenti rimasti inascoltati.

Anni dopo è scoppiato lo scandalo, non soltanto su Bengasi, ma anche sugli “omissis” di Obama sul ruolo svolto dall’Arabia Saudita nell’11 settembre, documentato da 28 pagine del rapporto del Congresso USA finora secretate e di cui viene chiesta ora la pubblicazione. La verità sulle “guerre coloniali” volute da Blair, Bush e poi Obama in Iraq, Libia e Siria, potrebbe spegnere la miccia che rischia di portarci alla terza guerra mondiale, magari proprio a Ferragosto, per un fatale errore di calcolo.

Sul fronte delle buone notizie, continua la campagna di MoviSol e del LaRouchePAC per far approvare al più presto la legge Glass-Steagall al Congresso USA, ponendo fine al potere del partito della guerra, basato sulla speculazione finanziaria, e rilanciando invece l’economia reale. Il ripristino della legge Glass-Steagall che stabiliva la separazione tra le banche ordinarie e quelle speculative è il cavallo di battaglia della campagna elettorale di due candidati presidenziali negli Stati Uniti, Martin O’Malley e Bernie Sanders; quest’ultimo è il quinto firmatario della proposta di legge bipartisan per la separazione bancaria ripresentata due settimane fa dalle Sen. Warren e Cantwell e dai Sen. King e McCain. Dall’Italia sono giunte al Senato americano numerose lettere a sostegno di questo disegno di legge, che sottolineano come essa sia cruciale anche per l’Italia e per la crisi greca, in quanto una ristrutturazione del debito greco sarà possibile solo con la netta separazione bancaria, che toglie ogni garanzia statale agli speculatori che hanno provocato la crisi finanziaria mondiale e abusano della Grecia dal 2010.

Ma agosto è anche un mese di concerti e di iniziative culturali. MoviSol e lo Schiller Institute sostengono il Roncole Festival, con l’esecuzione dall’11 al 13 agosto di arie e scene verdiane, di fronte alla casa natale di Giuseppe Verdi, per la prima volta nel La verdiano (La=432 Hz). Un’iniziativa lodevole, se si tiene conto del fatto che non ha ricevuto alcun sostegno dallo Stato. Franceschini sostiene che “la cultura è la nostra vocazione”. Ma a giudicare dai tagli al bilancio e ai teatri lirici, il fiore all’occhiello della cultura italiana, sembra piuttosto che la nostra vocazione sia la barbarie.

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