A Capodanno il Presidente russo Vladimir Putin ha pubblicato una nuova dottrina di sicurezza nazionale, che riconosce il pericolo di una grave crisi finanziaria e ribadisce l’impegno di Mosca per una collaborazione multipolare per la stabilità e la prosperità globale. Il documento illustra i tentativi degli Stati Uniti e della NATO di provocare uno scontro con la Russia, con progetti di cambiamento di regime come quelli messi in atto nel 2013-1014 in Ucraina, ed anche il tentativo di provocare tensioni tra Europa e Russia demonizzando questultima per essersi opposta alle rivoluzioni colorate.

Mentre l’amministrazione Obama si attiene alla linea dell’Impero britannico che punta a sminuire gli sforzi della Russia in Medio Oriente ed altrove, alcuni elementi sani all’interno dell’establishment militare americano si oppongono sia alle provocazioni della Casa Bianca che a quelle del Partito Repubblicano. L’ultimo numero della prestigiosa rivista Military Review, pubblicata dall’esercito americano a Fort Leavenworth, include tre articoli che mirano a offrire una migliore valutazione del punto di vista russo sul pericolo di uno scontro. I primi due articoli sono ristampe di un discorso del febbraio 2013 del Gen. Gherasimov, capo delle Forze Armate Russe, e il testo integrale del discorso di Putin all’Assemblea Generale dell’ONU nel settembre 2015.

Il terzo articolo è un’analisi accurata ed attenta di queste due dichiarazioni russe, che smonta le argomentazioni dei nemici di Putin secondo cui la Russia condurrebbe una politica di guerra ibrida (che cioè combina metodi di guerra convenzionale e non convenzionale). L’autore, Charles K. Bartles, fa notare che i russi hanno chiaramente ammonito che Stati Uniti e NATO hanno adottato una nuova forma di guerra basata sul cambiamento di regime e le rivoluzioni colorate utilizzando organizzazioni non governative come copertura per azioni militari asimmetriche, come quelle che si sono verificate a Piazza Maidan a Kiev nel febbraio 2014. Hanno compreso che tali azioni erano rivolte contro la Russia stessa, e hanno chiarito che si difenderanno contro simili tentativi di rovesciare il governo russo.

Ma soprattutto, il fattore trainante dietro al pericolo di guerra è la disintegrazione dell’Occidente e la prospettiva di fallimento della globalizzazione. La nuova strategia russa prende nota dell’aumento dell’uso degli investimenti e del commercio come armi per “raggiungere obiettivi geopolitici”. Mentre la regione dell’Asia e del Pacifico ha subìto gli effetti del crollo delle economie transatlantiche, la situazione lì è molto più stabile. Infatti, grazie alle iniziative dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa), alla nuova Banca Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture (BAII/AIIB) e all’espansione della cooperazione economica e di sicurezza tra i paesi che appartengono alla Shanghai Cooperation Organization la regione eurasiatica sta emergendo come il centro della crescita economica globale e della cooperazione politica tra le nazioni.