I risparmiatori in tutta Europa sono preoccupati per l’erosione dei risparmi dovuta alla politica dei tassi zero, e per la spada di Damocle del bail-in che pende sul loro capo aspettando la prossima e sicura crisi bancaria. Ma il Presidente della BCE Mario Draghi ha dei buoni consigli per loro, come ha spiegato in un’intervista alla Bild il 28 aprile. Difendendo ostinatamente la sua politica dei tassi zero, Draghi ha proposto che se i tedeschi vogliono remunerare i risparmi, devono affidarli ai suoi amici della Goldman Sachs.

“La gente può influenzare il rendimento dei propri risparmi persino in tempi di bassi tassi d’interesse. Non deve per forza metterli nel libretto di risparmio, ma può investirli in altri modi”, ha dichiarato Draghi. E ha proseguito: “Negli Stati Uniti i risparmiatori hanno affrontato sette anni di tassi zero. Tuttavia, il sistema finanziario, le banche e le assicurazioni hanno funzionato. Il denaro è stato investito in un altro modo e ha avuto un buon rendimento”.

In altre parole, se i depositi bancari e altre forme sicure di investimento, come le polizze assicurative, non offrono rendimenti, i tedeschi (ma lo stesso vale per tutti i paesi dell’UE) dovrebbero investire i risparmi in azioni, obbligazioni e altri prodotti finanziari, compresi quelli ad alto rischio.

Un piccolo dettaglio: nel mondo del bail-in, tutte le forme di investimento non protette sono ad alto rischio, come ha dimostrato il bail-in parziale delle quattro banche italiane lo scorso dicembre. Le regole del bail-in, lo ricordiamo, sono state fortemente volute da Draghi, sia quando era capo del Global Stability Board che successivamente, a capo della BCE dal 2011.

Ma ancor prima di diventare un personaggio internazionale, Draghi dimostrò una vocazione a misure che distruggono il risparmio. Quando era direttore generale del Tesoro (1991-2001), egli fu l’architetto della bolla azionaria italiana, assieme a tecnocrati come Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi e Giuliano Amato. Costoro, spesso chiamati “i Britannia Boys” in riferimento alla famosa riunione sul panfilo della Regina Elisabetta il 2 giugno 1992, riuscirono a deviare gran parte dei risparmi delle famiglie italiane nel mercato azionario inflazionato dalla bolla dell’IT e delle privatizzazioni. Quando la prima crollò, nel 2001, le famiglie persero 216 miliardi di euro.

Oggi i risparmi abbandonano gli investimenti sicuri come i buoni del tesoro, a causa dei rendimenti zero o negativi. I titoli tedeschi, in particolare, offrono un tasso negativo al di sotto della scadenza decennale. Ma la fuga alla ricerca del rendimento espone al bail-in. Nel caso dell’Italia, via Nazionale ha stimato in 427 miliardi di euro il totale dei risparmi esposti al bail-in, e questo nonostante la quota delle obbligazioni bancarie sia calata dopo la vicenda del decreto salvabanche.

Si stima che i risparmi delle famiglie in Germania superino gli 800 miliardi, ovvero il 27% del PIL. Fanno gola a chi cerca di ripianare le sofferenze bancarie, che superano i mille miliardi, per non parlare dei milioni di miliardi di scommesse (derivati).