Proseguiamo il resoconto della conferenza dello Schiller Institute. La seconda sessione, dal titolo “Il ruolo della scienza nel determinare il futuro del genere umano”, ha riunito i principali scienziati della fusione e dello spazio di Stati Uniti, Europa e Sudafrica ed è stata un chiaro esempio dello scopo della conferenza. Dal momento che le scoperte nello sviluppo dell’energia da fusione, nell’esplorazione dello spazio e nello sviluppo dei corpi celesti sono cruciali per il futuro dell’umanità, questi scienziati sono coinvolti in una collaborazione internazionale che investe tutto il loro lavoro.
Ad esempio, sanzioni, tariffe punitive e altre barriere e tensioni non riguardano il Reattore Sperimentale Termonucleare Internazionale (ITER), come ha spiegato al pubblico Bernard Bigot, e questo grande progetto sta ricevendo contributi di ingegneria e produzione da decine di nazioni di tutto il mondo.
La sessione è stata aperta da Jason Ross dello Schiller Institute (foto), che ha illustrato il pensiero originale di Lyndon LaRouche riguardo allo sviluppo dell’economia fisica, che deve essere basato sulle scoperte scientifiche che espandono la comprensione delle leggi dell’universo e sulla loro applicazione, nella forma della tecnologia, ai processi di produzione. A questo proposito, LaRouche fu tra i primi entusiasti sostenitori dello sviluppo della fusione termonucleare come passo essenziale nel progresso umano e si batté per adeguati finanziamenti.
Oltre a Bernard Bigot, Direttore Generale di ITER nel sud della Francia, hanno preso la parola il Dott. Stephen O. Dean, Presidente di Fusion Power Associates, e Michael Paluszek, Presidente di Princeton Satellite Systems, che ha parlato della propulsione a fusione. Il dottor Sergey Pulinets è il ricercatore principale dell’Istituto di ricerca spaziale dell’Accademia Russa delle Scienze. Quest’ultimo ha messo in guardia dai pericoli del riarmo nello spazio e ha parlato della necessità di una cooperazione internazionale nella scienza spaziale per prevedere e prevenire i fenomeni che interessano la nostra Terra, come i cambiamenti climatici e i terremoti. Ha anche polemizzato contro l’uso di “fonti di energia verde”, totalmente inaffidabili per alimentare un’economia moderna. Il dottor Kelvin Kemm, ex presidente del consiglio di amministrazione della South African Nuclear Energy Corporation, ha sostenuto l’urgenza del nucleare per lo sviluppo dell’Africa, rifiutando l’ideologia “imperiale” che sta dietro ai tentativi di impedire ai Paesi poveri di acquisire tecnologie avanzate.