Finalmente un convegno che affronta il tema da un punto di vista scientifico e non allarmistico”. Riceviamo e pubblichiamo la locandina e la lettera di presentazione della Conferenza…

Presentazione del Convegno:

STORIA ED EVOLUZIONE DEL CLIMA TERRESTRE

Mercoledì 28 ottobre 2015, ore 8.30 – 18.30

Auditorium San Gaetano

Via Altinate 71, Padova

Il convegno si propone di offrire ai cittadini informazioni e spunti di riflessione sull’evoluzione del clima nella storia della terra, con qualche particolare riferimento all’area mediterranea, e sui suoi collegamenti con la storia e le vicende dei popoli interessati. Il nostro pianeta è sempre stato, fin dalle sue origini, in continuo cambiamento a causa di una miriade di fenomeni che hanno interagito tra loro: la composizione dell’atmosfera e l’assetto dei suoli e delle acque hanno subito notevoli variazioni, il clima ha visto alternarsi periodi caldi e freddi, i fenomeni vulcanici hanno talvolta determinato bruschi mutamenti. In generale si può dire che tutti questi fenomeni sono stati regolati prevalentemente dal sistema solare, con i suoi mutamenti e le sue oscillazioni.

In mezzo a tutti questi eventi l’umanità, dapprima presente con pochi individui e recentemente sviluppatasi in modo esponenziale, ha subito vicende molto varie, legate anche alle variazioni climatiche, cosa spesso trascurata dagli storici. I cambiamenti del clima hanno provocato importanti conseguenze sull’abitabilità delle terre, sulla distribuzione delle popolazioni nelle diverse aree geografiche, sulle guerre, sull’andamento delle colture, sui periodi di carestia o di abbondanza di cibo, sullo sviluppo delle diverse civiltà. Nell’antichità la nostra specie ha avuto spesso problemi di sopravvivenza, mentre oggi il problema è inverso: la sovrappopolazione, resa possibile dallo sfruttamento intensivo di risorse energetiche e materiali, comporta importanti conseguenze sia sotto il profilo della disponibilità di risorse, sia sotto l’aspetto ambientale.

La nascita della coscienza ambientale è cosa recente ed è stata provocata dalle conseguenze di un uso eccessivamente intenso delle risorse. Oggi gli studiosi e l’opinione pubblica sono abbastanza concordi nell’affermare che è necessario attuare politiche più conservative rispetto al passato, sfruttando con parsimonia le risorse, ottimizzando i sistemi energetici, riducendo gli sprechi e ponendo attenzione alla limitazione dell’impatto ambientale causato dalle nostre attività. In definitiva, ciò significa limitare l’inquinamento ambientale.

Ma fino a che punto queste nostre attività incidono sugli eventi climatici? E’ molto difficile dare risposte quantitative a questo quesito, perché i fenomeni climatici sono di enorme complessità. L’uomo è sempre stato attratto dai mutamenti del clima e in ogni epoca ha cercato di individuare le cause di questi fenomeni. I nostri progenitori, non sapendo darsi altre spiegazioni, tendevano ad attribuire le variazioni meteorologiche ai capricci degli dei. Ma in alcune antiche civiltà gli uomini, osservando attentamente queste variazioni, intuivano che all’origine di questi cambiamenti c’erano fenomeni naturali di cui non riuscivano a fornire spiegazioni.

Nella società contemporanea la scienza e la tecnologia interagiscono vicendevolmente per dare spiegazioni razionali a questi fenomeni; molte ricerche si prefiggono lo scopo di studiare l’influenza dei diversi parametri che sembrano essere correlati con le variazioni climatiche. La possibilità di comprendere questi legami e di effettuare previsioni meteorologiche locali o di prevedere le tendenze a lungo termine del clima sono importanti obiettivi di questi studi. Comprendere a fondo i meccanismi che regolano il clima è una sfida molto impegnativa, perché le interazioni di un grande numero di parametri sono difficilmente esprimibili mediante sistemi di equazioni matematiche. Inoltre i valori e le tendenze di questi parametri nel passato, che dovrebbero costituire i dati di partenza, non sono ben noti, perché soltanto recentemente le tecniche di rilevazione delle corrispondenti grandezze fisiche, combinate con dati di tipo indiretto (i cosiddetti dati “proxy”), hanno incominciato a fornire risultati attendibili.

Queste difficoltà suggeriscono di muoversi con cautela: gli scienziati sono continuamente tesi all’approfondimento delle loro conoscenze e i risultati delle ricerche migliorano gradualmente, passo dopo passo. Ma quando irrompono sulla scena i politici, le cose si complicano: i politici, generalmente, non sono guidati dal desiderio di conoscere, ma da interessi politici o da ideologie. Le loro decisioni sono orientate verso un tipico loro obiettivo: conseguire risultati a breve termine per ottenere consenso, semplificando i problemi e forzando le soluzioni. Ciò li induce a rappresentare la realtà in modo non corretto, deformandola o tacendone alcuni aspetti; e li induce anche a finanziare in modo privilegiato le linee di ricerca che risultano coerenti con il loro pensiero e i loro obiettivi.

A proposito del clima, la corrente di pensiero attualmente maggioritaria attribuisce alle attività umane, e soprattutto alle emissioni di gas serra (prevalentemente CO2), l’andamento del clima stesso nell’epoca contemporanea. I sostenitori di questa tesi non ammettono discussioni su questo punto e tendono a considerare con sufficienza o addirittura a demonizzare coloro che, con buoni argomenti scientifici, sostengono che il contributo della natura, la quale è stata il motore dei fenomeni climatici in tutta la storia del pianeta, non può essere diventato irrilevante nel giro di pochi decenni. L’inquinamento della biosfera e il clima sono due problemi diversi, anche se in certo modo correlati: tutti concordano sul fatto che il clima sia in continuo cambiamento e che si debba limitare l’inquinamento ambientale e preservare le risorse, ma ciò non comporta pretendere di poter influenzare il clima con provvedimenti politici, prevedendone addirittura i risultati in modo quantitativo.

Ancora una volta, la scienza dovrebbe essere cauta di fronte a problemi di tale complessità. Il dubbio dovrebbe essere l’atteggiamento tipico dell’uomo di scienza, perché egli è consapevole che la conoscenza è in continuo divenire. Invece gli scienziati non allineati sono spesso privati dei fondi per la ricerca dalle lobby “politicamente corrette”. Bisogna rendersi conto che allo stato attuale delle ricerche le conoscenze sul clima hanno ancora un notevole grado di incertezza, anche per la carenza di dati sulle vicende passate. Queste incertezze dovrebbero non soltanto suggerire cautela nell’esprimere pareri, ma anche spingere a proseguire le ricerche, con l’obiettivo di giungere a migliori conoscenze sugli eventi del passato, cosa che costituisce un presupposto indispensabile per interpretare il presente e giungere alla formulazione di previsioni per il futuro.

Le ricerche sul clima coinvolgono settori scientifici diversi e sono quindi tipicamente interdisciplinari. Per questo nel presente convegno sono stati invitati relatori molto qualificati appartenenti a settori di ricerca diversi. Essi forniranno un quadro delle attuali conoscenze e delle relative incertezze e metteranno in luce come l’interazione e il dialogo tra competenze scientifiche diverse possa dare un contributo significativo alla conoscenza, che costituisce il motore del progresso scientifico ed umano.

Padova, Luglio 2015

Prof. Ing. Alberto Mirandola

Chairman del convegno

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