Dopo anni di crisi economica e di applicazione del Patto di Stabilità anche il Comune di Napoli non poteva non trovarsi in serie difficoltà di equilibrio finanziario che hanno portato l’amministrazione comunale ad aderire alla procedura del piano di riequilibrio finanziario pluriennale con accesso all’anticipazione di liquidità proveniente dall’apposito fondo di rotazione [1] (il cosiddetto fondo Salva-Comuni), di cui al decreto legge n. 174/2012 convertito con modifiche nella legge n. 213/2012, in base alla quale si profila l’istituto del pre-dissesto [2].

Alla luce della disciplina normativa della finanza degli Enti Comunali, in particolare con riferimento al precitato decreto legge 174/2012, si rileva che in merito agli effetti dell’attivazione degli istituti del dissesto finanziario e pre-dissesto finanziario non ci sono differenze sostanziali in quanto animati entrambi dalla stessa “filosofia”, che poi è la stessa del fiscal compact e annesso fondo Salva-Stati, ovvero l’applicazione a livello locale della politica del pareggio di bilancio, che è stato costituzionalizzato nel 2012 con la riforma dell’art. 81.

Hanno quindi conseguenze simili, che si traducono in effetti drammatici per i cittadini.

Innanzitutto, in entrambi i casi si ha un commissariamento. Nel caso di dissesto dell’ente comunale si ha un commissariamento formale e deliberato cui segue l’istituzione di una commissione di “burocrati” ministeriale; invece nel caso di pre-dissesto si ha nei fatti un commissariamento, con la differenza che i controllori sono la Sezione Regionale della Corte dei conti, il Ministero dell’Interno e il Ministero dell’economia e delle Finanze e che l’individuazione e la concreta gestione delle iniziative per il risanamento è affidato agli organi ordinari dell’Ente.

Inoltre c’è da dire che l’adesione alla richiesta di attivazione della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale e l’approvazione del relativo piano NON evita il dissesto finanziario in quanto, in caso di grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi del piano, può esser attivato il dissesto guidato dove l’iniziativa del dissesto non è più del Comune ma, nei fatti, del circuito Sezione Regionale di controllo della Corte dei Conti-Prefetto, ai sensi dell’art. 6, comma 2, del decreto legislativo n. 149 del 6 settembre 2011, uno dei decreti sul federalismo fiscale e noto come decreto “premi e sanzioni” quindi un istituto disciplinato ben un anno prima dell’individuazione della categoria degli enti in pre-dissesto [3].

Così come in entrambi i casi si profila un commissariamento, con le debite differenze tra controllori, così in entrambi i casi, poiché viene applicata la politica del pareggio di bilancio, definita altrimenti Austerità, saranno posti nuovi limiti e vincoli sulle possibilità di indebitamento (deficit di bilancio pubblico) e sarà imposto di rispettare il pareggio nei saldi di parte corrente e finale, di cassa e competenza, a preventivo e a consuntivo. Tutto ciò si traduce in tagli alla spesa sociale, aumento delle tariffe sui servizi, svendita del patrimonio pubblico, privatizzazioni oltre a tradursi nella eliminazione della possibilità di investimenti [4]. Si tratta di una politica di rigore a senso unico, è cioè del pareggio dei conti in un ottica di breve periodo che porterà, tra l’altro, ad un peggioramento del debito stesso dell’Ente.

Inoltre c’è da aggiungere che l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario è la strada per poter accedere al fondo di rotazione (fondo Salva-Comuni) che non è altro che un’altra forma di indebitamento (anticipazioni di liquidità). Si alimenta così la spirale di coprire i debiti con altri debiti [5].

Detto ciò, a ben vedere, la scelta di fondo a tutela dei cittadini, non è tra dissesto e pre-dissesto.

Deve esser sicuramente invertita la rotta: abbandonare la politica del pareggio di bilancio puntando al rilancio di politiche di crescita, di sostegno ai consumi ed in primis degli investimenti, specialmente in infrastrutture (il vero volano dell’economia). Il punto di domanda è se ciò basta.

In effetti, il problema sta più a monte del dissesto o del pre-dissesto.

Dobbiamo spostarci ad un livello immediatamente superiore, ricordando che la politica di pareggio di bilancio viene imposta dalla Troika agli Stati per salvare l’euro e gli Stati a loro volta impongono detta politica agli Enti Locali.

Si salvano gli Stati per salvare l’Euro ma in realtà si stanno salvando le banche (che hanno in “pancia” i titoli di questi stati così come i titoli derivati).

Difatti l’Euro stesso è diventato ormai un pilastro del sistema bancario-finanziario transatlantico, un sistema in cui le banche commerciali sono state inglobate nelle banche speculative e poiché lo stesso sistema è dedito principalmente alla finanza speculativa, esso stesso è diventato ormai una bisca speculativa in completa bancarotta e destinato alla disintegrazione.

All’interno di tale sistema constatiamo che ci sono ormai 2.000.000 di miliardi di dollari in derivati e altri debiti aggregati, che rappresentano bolle speculative e cartastraccia che non potrà essere ripagata in nessun modo (il valore nominale è totalmente slegato dalla realtà); constatiamo che ci sono le grandi banche (dedite principalmente alla speculazione) sull’orlo del fallimento al punto che in tutto occidente sono pronte le leggi che consentono il prelievo forzoso sui conti correnti e su tutto ciò che è depositato nelle banche; constatiamo che i mercati delle materie prime sono in caduta libera e i debiti legati a questi mercati ormai privi di valore; società petrolifere, minerarie e di trasporto sono in bancarotta.

Queste sono solo alcune evidenze del crollo sistemico in corso, perché non si tratta di una semplice crisi, di una crisi ciclica, ma di crollo del sistema bancario-finanziario, sistema indebitato a causa della speculazione, che è destinato a disintegrarsi (il circuito speculativo finanziario globale ormai è al collasso, compreso quindi il sistema Euro).

Se non si interviene a sgonfiare in modo controllato le bolle speculative sarà la fine della civiltà con il crollo definitivo della economia reale, fisica, o con il rischio che si inneschi una iperinflazione devastante.

Per sgonfiare in modo controllato le bolle speculative è necessario cancellare la massa tossica di cartastraccia speculativa attraverso la reintroduzione della separazione bancaria sul modello dei criteri della legge Glass-Steagall, in modo tale che le banche commerciali e di deposito, poste sotto la tutela statale, vengano separate strutturalmente e legalmente da quelle d’affari, mentre tutta la massa di carta straccia speculativa deve essere accollata agli speculatori e non ai risparmiatori e ai contribuenti. Il ripristino della netta separazione bancaria è soltanto il primo passo per invertire la rotta.

Contestualmente è necessario ripristinare, nell’ambito di un nuovo sistema creditizio, un sistema bancario nazionale nella tradizione di Alexander Hamilton [6], in base al quale il credito emesso dalla banca Nazionale di uno Stato sovrano sarà diretto “verso la produzione futura – un valore reale, in cui capacità produttiva dell’uomo, materie prime lavorate e capacità industriale creano un surplus di valore che aumenta di pari passo con il livello scientifico e tecnologico sul quale questa produzione ha luogo” [7].

La creazione di surplus di valore, pertanto, è possibile soltanto con l’aumento della produttività dell’intera forza lavoro per mezzo di un volano scientifico e della ricerca di base orientata. Ciò rappresenta una applicazione dei principi dell’economia fisica sviluppati da Leibniz, Genovesi, List, Carey, Witte fino a Lyndon LaRouche.

Quanto alla fase progettuale, tale metodo di creazione di credito produttivo, si concretizza, in primis, nella realizzazione di grandi opere infrastrutturali la cui illustrazione si rimanda allo studio dell’ Executive Intelligence Review, dal titolo “La Nuova Via della Seta diventa il Ponte Terrestre Mondiale” (The New Silk Road Becomes the World Land-Bridge), con il quale si delinea – concettualmente e fisicamente – la rotta verso un nuovo ordine economico mondiale, nell’ambito di nuovi rapporti di cooperazione tra Stati Sovrani, al fine di uscire non solo dalla crisi economica, ma anche come unica alternativa per far fronte alle migrazioni di massa e al pericolo di guerra [8].

di Maria Gagliotta
(L’articolo pronto da qualche giorno è stato pubblicato solo oggi, causa attacchi informatici)

Note:

[1] – Delibera del Consiglio Comunale di Napoli n. 58 del 30 novembre 2012 avente ad oggetto: “Adesione al Piano di Riequilibrio Finanziario Pluriennale ai sensi del DL 174/2012” e successiva approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale ex art. 243 bis comma 5 del TUEL con delibera del n. 3 del 28 gennaio 2013 avente ad oggetto “Approvazione dell’allegato Piano di riequilibrio pluriennale ai sensi degli artt. 243-bis, 243-ter e 343-quater del d.lgs. 267/2000”.

[2] – Decreto Legge 174/2012 convertito con modifiche nella legge n. 213/2012 (vedi).

[3] – Fonte Deliberazione n. 12 /2014, Sezione Regionale di Controllo per la Campania (vedi).

[4] – L’ espressione, i contenuti e gli indicatori del pre-dissesto sono opera, soprattutto delle deliberazioni della Sezione delle Autonomie che emana linee guida e criteri per l’istruttoria ( deliberazione n. 16/2012 della Sezione delle Autonomie ” Linee guida per l’esame del piano di riequilibrio pluriennale e per la valutazione della sua congruenza ” e le successive integrazioni di cui alle deliberazioni nn.11 e 22 del 2013) e quelle delle Sezioni Regionali di controllo che a seconda del diverso stadio della procedura sono chiamate, preliminarmente, a valutare la congruità del piano di riequilibrio adottato dall’Ente, da cui scaturisce l’approvazione o il diniego dello stesso, e solo successivamente ed in subordine alla ritenuta congruità del piano di risanamento, al controllo periodico sulla sua concreta esecuzione (vedi).

[5] – Il Comune di Napoli inizialmente ha percepito l’anticipazione di liquidità proveniente dal Fondo di rotazione pari a 220.000.000,00 e un’altra anticipazione di liquidità concessa dalla cassa depositi e prestiti pari a € 296.570.063,89 per effetto del D. Lgs 35 del 8/04/2013.
La massa passiva, di notevole entità, è calcolata in 3,163 miliardi di euro.
Fonte: Deliberazione n. 12 /2014, Sezione Regionale di Controllo per la Campania

[6] – Vedi https://movisol.org/il-sistema-creditizio-di-alexander-hamilton/

[7] – Vedi https://www.movisol.org/media/121208_Estratto_Programma_Miracolo_Economico_Mediterraneo.pdf

[8] – Vedi https://movisol.org/la-nuova-via-della-seta-diventa-il-ponte-terrestre-mondiale/
https://movisol.org/larouche-quarantanni-di-progetti-di-sviluppo-per-tutto-il-mondo/
https://movisol.org/tag/ponte-terrestre-mondiale/