Due anni dopo il ritiro delle forze di occupazione a guida USA, il governo afghano è riuscito a ridurre dell’80% le coltivazioni di oppio nella ragione di Helmand, il centro della produzione della materia prima dell’eroina smerciata in Europa. Si tratta di un risultato che supera quello, già significativo, che era stato ottenuto nel 2001, prima dell’invasione.
“Si tratta di una notizia importantissima – ha commentato Pino Arlacchi (foto), ex direttore dell’Ufficio Droga e Criminalità dell’ONU, alla conferenza online dello Schiller Institute il 10 giugno – perché l’Afghanistan produce oltre il 90 per cento dell’eroina consumata in Europa e avrà effetti drammatici nei prossimi mesi sul mercato degli stupefacenti in Europa. Conferma quanto ho detto riguardo al 2001, e cioè che l’intervento delle forze americane ha avuto un effetto molto negativo sulla produzione di papavero da oppio.”
Arlacchi ha ricordato che nel 2000-2001, quando era a capo dell’ufficio narcotici dell’ONU, riuscì a far adottare dai Talebani un divieto delle colture di oppio in cambio di colture alternative, che portò alla quasi totale eradicazione dei campi di oppio nel paese.
“Nell’ottobre 2001 gli USA invasero l’Afghanistan e la prima cosa che Rumsfeld e i suoi fecero fu l’accordo con i signori della guerra, che controllavano la produzione di oppio, per combattere il cosiddetto terrorismo in Afghanistan. Questo significò il via libera alla produzione di stupefacenti – i Talebani erano stati fatti fuori – e la produzione di droga ripartì alla grande.”
Dopo che, nell’aprile 2021, le forze USA lasciarono l’Afghanistan, il leader talebano Hibatullah Akhundzada emise un decreto che proibiva la coltivazione di oppio. Oggi in quei campi si coltiva grano.
Citando immagini satellitari, l’esperto di stupefacenti David Mansfield ha confermato che le colture di papavero da oppio sono state ridotte a livelli che non si vedevano dal 2001. “È probabile oggi siano ridotte al 20% di quello che erano nel 2022. La scala della riduzione è senza precedenti”, ha detto Mansfield alla BBC.
Il 7 giugno la BBC ha riferito che le sue verifiche, eseguite nelle province di Nangarhar, Kandahar e Helmand e lo studio delle immagini satellitari hanno rivelato una sensibile riduzione delle colture di oppio. Alcis, un’impresa britannica specializzata in studio delle immagini satellitari, ha determinato che nella provincia di Helmand c’è stata una riduzione del 99%, da 129.000 ettari l’anno scorso, a meno di 1000 quest’anno.
L’eliminazione della produzione di oppio in Afghanistan era uno dei punti principali della proposta dello Schiller Institute denominata “Operazione Avicenna” per la ricostruzione del paese.