È di due giorni l’annuncio da parte dell’Istituto per la fisica del plasma intitolato a Max Planck, con la firma di Isabella Milch, che negli ultimi esperimenti di conduzione dello stellarator denominato Wendelstein 7-X situato a Greifswald è stato raggiunto un nuovo primato mondiale.

Dopo gli esperimenti del periodo 2015-2017 (vedi anche https://movisol.org/sulla-cooperazione-russo-tedesca-nella-ricerca-sulla-fusione-nucleare/) le pareti interne di questo tipo di tokamak con geometria a torsione sono state rivestite di piastrelle di grafite disposte una diecina di ampie strisce, per consentire il raggiungimento di temperature più elevate e scariche più prolungate da parte del plasma ivi confinato.

Grazie ai cinquanta elettromagneti in materiale superconduttore, alti circa 3,5 m e tutti di forme opportunamente differenti, il plasma ha mantenuto la propria stabilità per 26 min, assorbendo un’energia complessiva di 75 MJ, ovvero diciotto volte in più di quanto s’era potuto fare senza le piastrelle di rivestimento.

Queste condizioni hanno permesso di assegnare al cosiddetto “triplo prodotto”, cioè il prodotto della densità ni degli ioni del plasma, della temperatura Ti degli stessi e del tempo di confinamento τE del plasma

ni·Ti·τE = 0,8·1020 m-3·keV·s.

Oltrettutto con una temperatura Ti del plasma piuttosto elevata (6 x 1026 K).

Wendelstein 7-X raggiunge il primato nei termini dei valori del “triplo prodotto”, che è indicativo della prossimità alle condizioni di “accensione”, per fusione nucleare, del plasma.
Fonte: IPP

Altre considerazioni sulla corrente elettrica autogenerata dal plasma (bootstrap current), ben controllata dalla geometria del campo magnetico di confinamento e su come i passati esperimenti abbiano contribuito al miglioramento incoraggiano il dott. Andreas Dinklage a prospettare più alti valori di potenza e di pressione del plasma nei futuri esperimenti.

In questi, le piastrelle di grafite saranno sostituite da componenti rinforzati e raffreddati ad acqua, nella speranza di spingere la durata delle scariche del plasma fino a mezz’ora.

Lo scopo di questa ricerca è quello di dimostrare che la configurazione dello stellarator è comparabile, nei termini della qualità del confinamento, a quella a simmetria toroidale del più tradizionale tokamak, ma permettendo di operare in modo continuo.


Vista dell’interno della camera dello stellarator con il rivestimento in grafite.
Fonte: IPP, Jan Michael Hosan

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