Il Ministero della Difesa russo afferma che sono in corso le riprese cinematografiche del falso attacco chimico in Siria, del quale abbiamo già abbiamo scritto nei giorni scorsi, e che Londra tenta di utilizzare come casus belli.

Sulla questione si è espresso il senatore Richard Black (a sinistra nella foto), intervistato dal LaRouchePAC al ritorno da un sopralluogo in Siria (vedi intervista in fondo). Insieme alla sua intervista, il LaRouchePAC propone sul proprio sito la visione di altri due documenti:

1. una lettera del 9 settembre che i “Veteran’s Intelligence Professionals for Sanity” (VIPS) hanno inviato al Presidente americano Donald Trump, nella quale lo esortano a lavorare con la Russia, per dichiarare la pace in Siria, e a far cessare ogni sostegno ai residui di Al-Qaeda e dell’ISIS nella provincia di Idlib.

2. una seconda intervista del senatore Black, concessa a Sputnik News.

Entrambi i documenti, sostiene il LaRouchePAC, forniscono informazioni sugli agenti, all’interno degli Stati Uniti, che cercano di far cadere in trappola Trump, attendendo un suo errore fatale in Siria. Il LaRouchePAC esorta i lettori a telefonare alla Casa Bianca per ricordare al Presidente americano che è stato eletto proprio per porre fine ai conflitti in Asia Sudoccidentale che provocano sofferenze da generazioni, vano dispendio di risorse economiche e, per gli Stati Uniti, la perdita della faccia. Il LaRouchePAC chiede che i lettori esprimano la schietta richiesta che il Presidente allontani chiunque sostenga la necessità di dichiarare guerra allaSiria, per liberarsi al contempo di coloro che alimentano il tentativo di golpe contro la Presidenza degli Stati Uniti d’America.

Traduzione della lettera dei VIPS:

Signor Presidente,

Siamo preoccupati che Lei sia stato male informato a proposito della ripresa delle ostilità nella Siria nordoccidentale, laddove l’esercito siriano ha intrapreso con il sostegno dei russi un’ampia campagna militare mirante a riconquistare la provincia di Idlib ora infestata da Al-Nusra, Al-Qaeda e ISIS. I siriani vinceranno, molto probabilmente, come fecero alla fine del 2016 ad Aleppo. Proprio come accadde ad Aleppo, si avrà una carneficina, a meno che, infine, qualcuno dica ai ribelli che la loro è una battaglia persa.

Quel qualcuno è Lei. Gli israeliani, i sauditi e gli altri che traggono profitto dai disordini stanno assecondando gli insorti, sperando che Lei, Signor Presidente, userà l’esercito per proteggerli a Idlib e, forse, farà piovere il fuoco dell’inferno su Damasco. Noi crediamo che i Suoi consiglieri di maggior rilievo stiano incoraggiando i ribelli a credervi e che i Suoi più importanti aiutanti stiano guadagnando credito, grazie al Suo recente cambiamento di politica, dal ritiro delle truppe dalla Siria alla guerra indefinita.

Questa volta è diverso.

Le unità navali e aeree della Russia che posseggono armi missilistiche sono dispiegate, in questo momento, in una quantità senza precedenti, impegnate a scoraggiare chiunque volesse interferire nella collaborazione con i siriani contro i terroristi nascosti a Idlib. Pensiamo che sia stato informato su questo, almeno parzialmente. La cosa più importante è che sappiamo che i Suoi consiglieri tendono a sottovalutare in modo pericoloso le capacità e le intenzioni della Russia.

Non vorremmo che Lei fosse sorpreso qualora i russi cominciassero a usare i propri missili. La prospettiva di ostilità aperte tra Russia e Stati Uniti sul suolo siriano è purtroppo, al momento, probabile. Non siamo sicuri che Lei lo comprenda.

La situazione è ancor più precaria in quanto il Cremlino non capisce chi voglia la guerra, a Washington. Non è la prima volta, questa, nella quale il Presidente russo Putin si trova di fronte a tale incertezza. Tuttavia, questa è la prima volta nella quale le forze armate russe vengono dispiegate nella regione in così gran numero ed estensione, pronte a combattere. Il pericolo è molto alto.

Ci auguriamo che John Bolton Le abbia riferito in modo accurato dei colloqui intrattenuti con la controparte russa a Ginevra, poche settimane fa. Dal nostro punto di vista, pensiamo di poter scommettere tranquillamente che il Cremlino non sia sicuro che Bolton parli in Sua vece, anziché per Suo conto.

Il modo ottimo per rassicurare il Signor Putin che Lei è in pieno controllo della politica degli Stati Uniti in Siria sarebbe quello di cercare un’occasione vicina di parlare in pubblico, chiarendo le Sue intenzioni. Se Lei desidera una guerra più ampia, allora Bolton ha già fatto una parte del lavoro per Lei.

Se Lei desidera raffreddare la situazione, potrebbe considerare l’opportunità di ciò che potrebbe chiamarsi un cessate-il-fuoco preventivo. Intendiamo, con questa espressione, un impegno pubblico dei due presidenti, americano e russo, a rafforzare le procedure atte a impedire uno scontro aperto tra le due forze armate. Crediamo che, nelle circostanze presenti, questo genere di passo straordinario si sia reso necessario per evitare la guerra aperta.

Di seguito l’intervista del Sen. Richard Black al LaRouchePAC:

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