“Italia svegliati!” è stato il forte messaggio lanciato in occasione del convegno su “Italia, la Nuova Via della Seta e i BRICS” indetto dal neonato movimento politico “Indipendenza” a Roma il 18 gennaio. Di fronte ad una sala gremita della Camera di Commercio di Roma, gli ospiti internazionali invitati da Michele Geraci, portavoce di politica estera di Indipendenza, hanno dato un quadro esauriente dei motivi per cui è nell’interesse nazionale dell’Italia smettere di sostenere le guerre della NATO e costruire invece un ponte tra l’Europa e l’iniziativa BRICS/Belt and Road.

Il presidente nazionale Massimo Arlechino ha presentato il Movimento Indipendenza (non si definisce ancora un partito), spiegando che è nato dall’esperienza del Comitato Fermare la Guerra, che si è mobilitato nel 2022-2023 ed ha sostenuto gli sforzi di pace del Vaticano.

Geraci ha poi presentato i relatori: Jeffrey D. Sachs, Direttore del Centro per lo Sviluppo Sostenibile della Columbia University; Marcos Prado Troyjo, Presidente della Nuova Banca di Sviluppo 2020-2023 ed ex Vice Ministro del Commercio Estero del Brasile; il Professor Zhang Yanyu, Consigliere Politico dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia; Marco Carnelos, ex Ambasciatore italiano in Iraq e Consigliere Diplomatico del Governo; Gianni Alemanno, Segretario Nazionale del Movimento “Indipendenza!”.

Geraci ha quindi salutato i rappresentanti delle ambasciate statunitense e russa presenti tra il pubblico.

Jeffrey Sachs, in collegamento video da Singapore, ha denunciato la falsa narrazione su cui si basa la politica statunitense anti-Cina e anti-Russia e la “cattiva gestione” della politica estera e della politica economica dell’UE, dopodiché Geraci ha presentato i fatti che dimostrano come la decisione italiana di uscire dalla Belt and Road sia sbagliata. Troyjo ha fornito alcuni dati sui Paesi BRICS, mentre Carnelos ha ricordato che “possiamo dimenticare il Medio Oriente, ma il Medio Oriente non dimenticherà noi”. “Non ci sono scorciatoie” per la questione israelo-palestinese, ha detto Carnelos, denunciando il fatto che finora la comunità internazionale ha cercato solo scorciatoie, compresi gli accordi di Abraham.

Concludendo il convegno, il segretario nazionale di Indipendenza Gianni Alemanno ha tirato le somme. Il dibattito politico italiano ha ignorato i BRICS, ha detto, come se non esistessero. Con questo incontro diciamo “svegliatevi”. Stiamo vivendo una Terza guerra mondiale a pezzi, come ha detto il Papa. L’Europa è in recessione globale. Abbiamo una guerra in Medio Oriente. C’è un legame tra questi problemi, ed è la percezione sbagliata che c’è dietro.

Nel frattempo la realtà dei BRICS si rafforza, si espande. Un nuovo blocco egemonico? No, perché ciò che affascina di loro è che non sono una realtà uniforme, non è un unico modello che pretende di essere esportato come noi. I modelli cinese, indiano, russo, brasiliano sono tutti diversi, tanto che la loro capacità di fare scelte diverse, rispettose della sovranità e della diversità, è la loro bandiera.

L’Italia deve capirlo e diventare il ponte indispensabile nel Mediterraneo, contribuendo a porre fine alle guerre e a trovare una via d’uscita dalla recessione. Con Michele Geraci abbiamo formulato quattro proposte:

Riaprire la questione della Via della Seta. La Nuova Via della Seta non è una questione di libero mercato, ma di progetti da verificare e realizzare uno per uno. Riaprire la questione è il primo passo per dimostrare la capacità di essere un ponte verso i BRICS.

Abolire le sanzioni contro la Russia. Sono state un boomerang e abolirle significa fare un favore a noi stessi. A più lungo termine, continuare il processo iniziato dall’Italia al G7 del 2002, al quale la Russia fu invitata e il G7 divenne G8.

Diventare azionista della Nuova Banca di Sviluppo. Chi pensate che ricostruirà l’Ucraina dopo la guerra? Chi svilupperà l’Africa? Non il FMI o la Banca Mondiale. La NDB e la banca BRI avranno un ruolo sempre più importante.

Orientare il nostro marketing e la nostra politica estera verso i BRICS.

Può sembrare utopico ma non lo è, è una necessità. “La situazione drammatica richiede un grande sforzo di coraggio, audacia e creatività e questo è il ruolo dell’Italia”. Siamo nel Mediterraneo, la congiunzione tra le regioni del Pacifico e dell’Atlantico. Essere indipendenti è la premessa non per l’isolamento ma per una vera indipendenza planetaria, basata sulla crescita reciproca e non sulla sottomissione. Lanciamo questa proposta per svegliare il governo italiano: cambiate rotta, torniamo ad essere uno strumento di pace nel mondo.