La riunione annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole dal 22 al 24 agosto potrebbe essere ricordata come quella in cui si raggiunsero livelli di follia impensabili. Due proposte, una avanzata prima del vertice e una durante lo stesso, esemplificano tale follia: la proposta di BlackRock per un “regime change” in politica monetaria e la proposta di Mark Carney (foto), governatore della Banca d’Inghilterra, di sostituire il dollaro con una “Valuta di Riserva Sintetica”. Le due proposte si integrano nello schema di dittatura neomaltusiana globale perseguito dalla City di Londra o, se si preferisce, da quel che Lyndon LaRouche chiamava “nuovo impero britannico”.
BlackRock e Carney sono in prima linea nella promozione di una gigantesca “bolla verde” basata sulla riconversione dell’economia globale secondo politiche utopistiche “neutre in termini di emissioni di CO2” e perciò le proposte discusse a Jackson Hole devono essere viste come strumentali a tal fine.
La proposta di BlackRock consiste nel creare un’istituzione congiunta del governo e della banca centrale per mettere soldi direttamente nelle tasche di recettori privati e pubblici. Il documento stilato per il vertice di Jackson Hole la chiama “going direct” e proclama che essa sancirà la fine dell'”indipendenza” delle banche centrali. Uno degli autori, l’ex governatore della banca centrale svizzera Philippe Hildebrand, l’ha descritta come segue in un’intervista per Bloomberg: “Stiamo per assistere a un cambiamento di regime in politica monetaria più significativo di quello che abbiamo visto tra prima e dopo la crisi, una sfocatura delle attività e delle responsabilità monetarie e fiscali”.
Chi è sempre stato contrario all’indipendenza delle banche centrali e favorevole a un ritorno della sovranità del Governo e del Parlamento sulla politica monetaria non dovrebbe rallegrarsi. La proposta di BlackRock non porrà fine all’indipendenza delle banche centrali, ma di quella dei governi. La liquidità emessa non sarà diretta a impieghi produttivi ma a rifinanziare il debito, ora pari a milioni di miliardi, per cui il QE non è sufficientemente tempestivo (vedi https://www.washingtonpost.com/business/is-the-ecb-poised-to-fire-up-the-whirlybird/2019/08/20/5314a846-c319-11e9-8bf7-cde2d9e09055_story.html).
La seconda proposta, presentata da Carney in persona a Jackson Hole, prevederebbe la creazione di un “sistema multipolare” monetario “basato sul virtuale invece che sul fisico”, sul modello della “Libra” di facebook.com. Tale nuova valuta, denominata “Synthetic Hegemonic Currency” (SHC), “sarebbe al meglio emessa dal settore pubblico, forse tramite una rete di valute digitali delle banche centrali”.
“Una SHC potrebbe ridimensionare l’influenza dominante del dollaro americano nel commercio globale (…) L’influenza del dollaro sulle condizioni finanziarie globali potrebbe (…) declinare se attorno alla SHC si sviluppasse un’architettura finanziaria che ponesse fine al dominio del dollaro sui mercati del credito” (vedi https://www.bankofengland.co.uk/-/media/boe/files/speech/2019/the-growing-challenges-for-monetary-policy-speech-by-mark-carney.pdf?la=en&hash=01A18270247C456901D4043F59D4B79F09B6BFBC).
Si attendono reazioni da chi accusa la Cina di mire di dominanza mondiale.