Durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump, le figure di spicco della City di Londra erano in preda al panico per il timore della fine della “relazione speciale”, un’espressione coniata da Churchill per descrivere la partnership strategica tra Stati Uniti e Regno Unito, creata per difendere gli interessi di un impero diretto dalla Gran Bretagna. Questo timore ha portato alla fabbricazione del “Russiagate”, la bufala secondo la quale Putin aveva aiutato Trump a salire alla Casa Bianca.
Un’espressione significativa di ciò è una relazione pubblicata nel novembre 2018 dalla Camera dei Lord, intitolata “La politica estera del Regno Unito in un ordine mondiale in evoluzione”, la quale avvertiva che, se Trump fosse stato rieletto nel 2020, ciò avrebbe potuto danneggiare in modo permanente la relazione speciale, riducendo la Gran Bretagna a un attore minore in un ordine unipolare americano.
Quando Trump ha iniziato la visita di Stato a Londra la scorsa settimana, una fonte europea ben informata ha scherzato dicendo che si aspettava che gli inglesi sfruttassero il viaggio come opportunità per “riconquistare la presidenza degli Stati Uniti” e continuare la “relazione speciale”. Un’altra fonte ha confutato questa ipotesi, affermando che per le comunità di intelligence, militari, finanziarie e diplomatiche di entrambi i Paesi, la relazione speciale non era mai finita.
I risultati del viaggio sembrano confermare quest’ultima valutazione, poiché gli accordi firmati tra le aziende tecnologiche statunitensi e il governo e le imprese britanniche, soprannominati il “Patto di prosperità tecnologica”, ammontano a oltre 42 miliardi di dollari. In viaggio con Trump c’erano gli amministratori delegati di molte delle principali aziende tecnologiche della Silicon Valley che si sono spostate nel settore della difesa. Tra queste figuravano Microsoft, NVIDIA, Alphabet/Google, Open AI e Salesforce. Tra i presenti c’era anche David Sacks, responsabile della Casa Bianca per l’intelligenza artificiale e le criptovalute.
Il ministro della Difesa britannico John Healey e il CEO di Palantir Alex Karp hanno firmato un accordo separato per investire 1,5 miliardi di dollari in sforzi congiunti “per trasformare la letalità sul campo di battaglia, sostenendo lo sviluppo di capacità basate sui dati e sull’intelligenza artificiale in materia di analisi dei dati, intelligence, supporto decisionale e sistemi di puntamento”, secondo un comunicato stampa congiunto.
A sostegno della collaborazione militare-tecnologica ci sono state le dichiarazioni di re Carlo III e Trump che hanno ribadito la relazione speciale. Re Carlo, leader mondiale della campagna malthusiana che usa i cambiamenti climatici per imporre la deindustrializzazione, sembrerebbe un partner insolito per Trump. Nel discorso tenuto prima della cena di Stato del 17, il monarca britannico ha elogiato il “legame storico” che, secondo lui, unisce i due Paesi.
A questo si è aggiunto il brindisi di Trump, che ha descritto l’invito come “uno dei più grandi onori della mia vita”, dicendo al re di nutrire “un grande rispetto per lui e per il suo Paese”. Citando i membri fondatori dell’Impero britannico Locke e Hobbes come parte di un pantheon di eroi, ha descritto le “tradizioni giuridiche, intellettuali, culturali e politiche di questo regno” come “tra le più alte conquiste dell’umanità: non c’è mai stato nulla di simile. L’Impero britannico ha gettato le basi del diritto, della libertà, della libertà di parola e dei diritti individuali praticamente ovunque abbia sventolato la Union Jack, compreso un luogo chiamato America…”. Da qualche parte in questa assurdità iperbolica, sembra aver dimenticato che la Rivoluzione Americana fu un profondo rifiuto di questa tradizione.
Il Presidente ha concluso il brindisi lodando Winston Churchill, un imperialista razzista, come l’ideatore del termine “relazione speciale”, concludendo con enfasi che i due Paesi sono “uniti dalla storia e dal destino, dall’amore e dalla lingua e da legami trascendenti di cultura, tradizione, ascendenza e destino”.
In mezzo a queste pompose sciocchezze, ci sono state discussioni tra Trump e Starmer sull’Ucraina, la Russia e Gaza, in cui entrambi i leader si sono impegnati a lavorare per la pace, cosa che sembra improbabile, visti i progetti congiunti firmati dai baroni del complesso tecnologico-militare-industriale dei due Paesi.