Il 22 agosto, appena una settimana dopo l’incontro molto promettente in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha registrato un’intervista con Kristen Welker per “Meet the Press” su NBC News. Nel corso della discussione, durata 53 minuti, il capo della diplomazia russa ha sistematicamente confutato le costruzioni e le menzogne inventate da molti media e governi occidentali per cercare di vanificare i risultati di quell’incontro. Ha ribadito, agli americani e al mondo, le condizioni alle quali Putin accetterebbe un vertice con Zelensky, dato che questo è stato uno dei temi, anche se non l’unico, discussi in Alaska: “Putin è pronto a incontrare Zelensky quando l’agenda del vertice sarà pronta, e questa agenda non è affatto pronta”, ha affermato.
Lavrov ha spiegato che i leader statunitense e russo avevano concordato di “mostrare una certa flessibilità” e di lavorare insieme, nel reciproco rispetto dei principi alla base della risoluzione della crisi, tra cui la non adesione dell’Ucraina alla NATO, l’“indivisibilità della sicurezza” e il “tema delle questioni territoriali”. Ma, ha aggiunto, Zelensky non ha accettato nulla di tutto ciò. Al contrario, “gli ucraini e gli europei che hanno partecipato all’incontro di Washington cercano di distorcere quanto discusso ad Anchorage tra il presidente Trump e il presidente Putin, in particolare per quanto riguarda le garanzie di sicurezza”.
Infatti, il 22 agosto a Kiev, il segretario generale della NATO Mark Rutte ha decantato le misure che la NATO avrebbe presumibilmente adottato per garantire il futuro dell’Ucraina, mentre vari membri della “Coalizione dei volenterosi” stanno ancora discutendo la possibilità di inviare truppe occidentali in Ucraina. Considerati tali “alleati”, Donald Trump farebbe bene a continuare a costruire buoni rapporti con la Russia e a coinvolgere anche la Cina.
Questo è l’approccio proposto dalla presidente dello Schiller Institute nell’appello lanciato il 5 agosto per un incontro trilaterale, idealmente nel quadro delle commemorazioni del 3 settembre a Pechino, tra i presidenti Xi, Putin e Trump.
Un’iniziativa in questa stessa direzione è rappresentata dalla lettera aperta a Donald Trump pubblicata il 22 agosto da quattro eminenti personalità americane: Scott Ritter (foto), ex esperto di armi delle Nazioni Unite, Theodore Postol, docente del MIT, Ray McGovern, ex analista della CIA e Dennis Kucinich, ex parlamentare ed ex candidato alla presidenza.
La lettera a Trump afferma: “Siamo pronti a collaborare con lei e la sua amministrazione per promuovere la causa della pace, ridurre la minaccia di guerra e favorire rapporti reciprocamente vantaggiosi tra il popolo americano e quello russo. In particolare, siamo pronti a contribuire come catalizzatori per promuovere un efficace controllo degli armamenti, che comprenderebbe non solo la ricerca di una proroga del Trattato New START (che scadrà nel febbraio 2026), ma anche la prevenzione di una nuova corsa agli armamenti”. Tutti e quattro i firmatari sono ospiti regolari alle riunioni dell’IPC.