Gli spettacolari attacchi lanciati dall’Ucraina il 1° giugno contro uno dei componenti della triade nucleare russa hanno chiaramente superato una “linea rossa” stabilita dalla dottrina nucleare di quel Paese, tanto più che l’operazione non avrebbe potuto essere condotta senza il coinvolgimento di uno o più Stati membri della NATO. Benché diversi funzionari russi abbiano fatto capire che una risposta adeguata è inevitabile, al momento il Cremlino non ha ancora reagito in modo corrispondente. La scorsa settimana abbiamo sottolineato l’urgenza che il presidente Trump contattasse immediatamente il presidente Putin per fare chiarezza sui pericoli, cosa che ha fatto il 4 giugno. Il leader statunitense ha assicurato al suo omologo russo di non essere stato informato in anticipo, né coinvolto in alcun modo negli attacchi.
Da allora, in Russia si è molto discusso sul ruolo della Gran Bretagna nell’orchestrazione e nell’esecuzione sia degli attacchi con droni del 1° giugno, sia delle azioni di sabotaggio contro due ponti in territorio russo nelle stesse 24 ore).
All’incontro della Coalizione Internazionale per la Pace del 6 giugno, Helga Zepp-LaRouche ha sottolineato che il pericolo di un’escalation della situazione non è affatto scongiurato, data la determinazione di molte forze occidentali a “smantellare la Russia”, un obiettivo geopolitico che risale almeno al Grande Gioco dell’Impero britannico.
Ci si deve chiedere, ha affermato la signora LaRouche, quali siano effettivamente gli obiettivi di tali forze: “Perché gli europei continentali, o almeno quelli della Coalizione dei Volenterosi, non hanno mai proposto un’alternativa diplomatica? Perché fin dall’inizio hanno perseguito l’obiettivo, come ha affermato Annalena Baerbock, di indebolire e distruggere la Russia? Perché non hanno mai nemmeno preso in considerazione la diplomazia come mezzo per risolvere il conflitto, soprattutto quando si ha a che fare con la potenza nucleare più forte del pianeta? Qual è il motivo di questa follia?
“Ritengo che la risposta più semplice sia che, quando gli imperi crollano, tendono a reagire con violenza. Non mi riferisco all’America di Trump, ma all’Impero britannico, che non esiste sotto forma di nazioni, bensì come struttura finanziaria oligarchica con sede nella City di Londra e a Wall Street, a cui si potrebbero aggiungere la Silicon Valley e il famoso MICIMATT [acronimo che sta per complesso militare-industriale ampliato per includere i servizi segreti, i media e i think tank].
«Il sistema finanziario di quell’apparato neoliberista sta per crollare. Si trova in una situazione ingestibile, con gli Stati Uniti indebitati per 37 mila miliardi di dollari. Ma ancora più importante è il mercato dei derivati, che ha raggiunto i 2 milioni di miliardi di dollari ed è come una polveriera. Non essendo disposti a cambiare questo sistema, basato sulla massimizzazione dei profitti di una ristretta classe di miliardari e milionari a spese di miliardi di persone in tutto il mondo, la guerra è diventata la forza motrice.”
Finché questa oligarchia continuerà a cercare di alimentare questo sistema marcio “con una bolla dopo l’altra”, ha concluso Helga Zepp-LaRouche, rimarremo nella zona di pericolo di una guerra termonucleare. Ma c’è una via d’uscita, ha sottolineato. È necessario riconoscere la sconfitta del “mondo unipolare” e lavorare per l’attuazione di un’architettura di sicurezza e sviluppo internazionale completamente nuova, come proposto dallo Schiller Institute.
Segna la data! Conferenza internazionale dello Schiller Institute: “L’uomo non è homini lupus. Berlino, 12-13 luglio. Registrarsi qui: https://schillerinstitute.com/de/der-mensch-ist-nicht-des-menschen-wolf-3/.