Secondo Entsog, la Rete Europea di Operatori di Sistemi di Trasmissione del Gas, durante la 35ma settimana, conclusasi il 4 settembre, con i gasdotti Nord Stream 1 e Yamal a zero e con un flusso ridotto dall’Ucraina, mancavano all’appello 2.258 milioni di metri cubi di gas russo all’Europa rispetto ai flussi del 2021. L’aumento di 22 milioni di metri cubi dal gasdotto Turkish Stream, inviati in Europa tramite il Trans Adriatic Pipeline (TAP), ha compensato in minima parte i flussi mancanti. Nonostante i volumi drasticamente ridotti, attualmente l’Europa importa ancora 570 milioni di metri cubi dai gasdotti russi.
Per riempire le riserve strategiche secondo gli obiettivi fissati dall’UE, le compagnie del gas si sono svenate acquistando gas sul mercato spot di Amsterdam a prezzi astronomici, col risultato che: 1. Le riserve strategiche sono quasi piene, ma coprono solo la metà della domanda energitica invernale; 2. Le imprese del gas sono sull’orlo dell’insolvenza; 3. L’aumentata richiesta di gas sul mercato di Amsterdam ha fatto salire ulteriormente il prezzo.
Non senza una certa soddisfazione, Gazprom ha notato il 2 settembre che l’Europa non riuscirà ad evitare una crisi energetica quest’inverno. Dal 1° ottobre 2020 al 31 marzo 2021 la Germania ha consumato 57 miliardi di metri cubi di gas, per un consumo mensile di 9,5 miliardi di mc. Perciò, gli attuali livelli di riserva strategica, riempiti all’84 per cento con 18,3 miliardi di metri cubi, “sono paragonabili al consumo medio di due-tre mesi nella stagione invernale”.
La situazione in Italia è ancora peggio. Il 5 settembre l’Assoutenti ha denunciato che “Con gli stoccaggi e gli approvvigionamenti di gas attuali le aziende fornitrici non sono in grado di fornire il gas a tutti i propri clienti e riusciranno a coprire il fabbisogno energetico invernale per un periodo non superiore ai 45 giorni, dopo di che sarà il caos, con pesanti razionamenti, case gelate e stop alle attività per industrie e imprese”.
In Francia, le riserve strategiche sono riempite al 92 per cento, ma coprono solo la metà del consumo invernale, o circa due mesi. Il 5 settembre il Presidente Macron ha annunciato una politica di “sobrietà energetica”, che tra l’altro costringerà le imprese a presentare piani per risparmiare il 10 per cento di energia e altri piani di razionamento. In aggiunta, Francia e Germania hanno stretto un accordo per cui Parigi fornirà gas a Berlino in caso di emergenza, mentre Berlino fornirà elettricità. È come se due persone nude al Polo Nord si abbracciassero per sopravvivere qualche minuto in più…
L’UE in realtà sta facendo di tutto perché la Russia chiuda i rubinetti del tutto. Dopo che il G7 ha deciso di sanzionare il petrolio russo con un “price cap”, una eccitata Ursula von der Leyen ha auspicato che l’UE faccia lo stesso col gas. Il 9 settembre i ministri dell’Energia dell’UE decideranno al proposito, ma il Cremlino ha già fatto sapere che se l’UE introdurrà un tetto al prezzo del gas, non vedrà più una goccia di gas russo. Intanto l’OPEC ha reagito al price cap del G7 tagliando di 100 mila barili la produzione quotidiana, per sostenere i prezzi.