L‘Executive Intelligence Review (EIR), l’agenzia stampa fondata nel 1974 da Lyndon LaRouche, ha promosso il 22 ottobre una tavola rotonda straordinaria di due ora dal titolo “il progetto del tunnel sotto lo stretto di Bering inaugurerà una nuova era di pace e sviluppo” con la partecipazione di esperti di ingegneria, sviluppo delle ferrovie, finanza e diplomazia da Stati Uniti, Russia, Italia e Germania.
La scorsa settimana, la proposta di costruire un tunnel sotto lo stretto di Bering è tornata al centro del dibattito sui rapporti tra Stati Uniti e Russia, anche grazie al’AD del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) e inviato speciale del Cremlino Kirill Dmitriev, che ha chiesto la costruzione congiunta di un “tunnel Putin-Trump”, e il successivo commento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha definito la proposta “interessante” e ha dichiarato che la esaminerà. Il tema della cooperazione tra Stati Uniti e Russia, piuttosto che dello scontro, ha assunto un carattere urgente con il protrarsi della guerra in Ucraina e con tutti gli sforzi per risolverla che hanno incontrato una forte resistenza, proveniente soprattutto da Londra e da altre capitali europee.
La tavola rotonda dell’EIR è stata aperta da Helga Zepp-LaRouche (Germania), caporedattrice dell’EIR e fondatrice dello Schiller Institute, che ha aperto la discussione affermando che il collegamento tramite il tunnel dello stretto di Bering, un progetto che lei e il suo defunto marito Lyndon LaRouche hanno promosso fin dagli anni ’70, “è molto probabilmente la risposta alla domanda se avremo la guerra o la pace” e che la cooperazione tra Stati Uniti e Russia, sostituendo il confronto con la cooperazione, “può essere il punto di svolta che segna l’allontanamento dall’attuale momento storico estremamente pericoloso”.
Un tema centrale affrontato da tutti i relatori è stato il potere di trasformazione del progetto del tunnel dello stretto di Bering, soprattutto se concepito insieme alle estese linee ferroviarie di alimentazione necessarie per creare una rete globale integrata, non solo per i rapporti tra Stati Uniti e Russia, ma anche per la produttività dei continenti, in primo luogo del Nord America e dell’Eurasia, per poi estendersi attraverso altri collegamenti di tunnel e ponti a tutti i continenti. Tutta l’umanità sarà trasformata da un’impresa del genere. L’incredibile dimensione, portata e scala del progetto è stata sottolineata da diversi relatori, tra cui Scott Spencer (USA), capo consulente del progetto InterContinental Railway, che ha sottolineato come il tunnel si ripagherà ampiamente grazie al suo effetto sul commercio globale e all’accesso alle materie prime che aprirà. Il dottor Viktor Razbegin (Russia), economista e ingegnere russo, vicepresidente e presidente della sezione russa dell’“Interhemispheric Bering Strait Tunnel & Railroad Group” (dal 1993), ex vicepresidente del Consiglio di Stato russo per lo studio delle forze produttive (SOPS) (1997-2015), ha riferito che gli studi di fattibilità sono stati completati e che il progetto richiederà circa 10-15 anni per essere completato. Ha sottolineato che il risultato principale sarà la fine dell’intensa crisi tra Stati Uniti e Russia.
Azer Mamedov (Russia), primo vice amministratore delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti, ha aggiunto di aver ascoltato con grande interesse la “discussione estremamente approfondita” e che il RDIF “ritiene che il progetto sia molto importante, in quanto fornirà un potenziale significativo per lo sviluppo economico dei continenti, non solo dei paesi… Ci impegniamo a trovare un modo per attuare il progetto nel prossimo futuro”.
Trai i prestigiosi relaroti era presenta anche il Prof. Enzo Siviero (Italia), Direttore dell’Università eCampus, Italia; Vicepresidente del Réseau Méditerranéen des Écoles d’Ingénieurs; e il Dr. Alexander Bobrov (Russia), dottorando in Storia, Responsabile della Divisione Studi Diplomatici presso l’Istituto di Studi Strategici e Previsioni dell’Università RUDN (Università dell’Amicizia tra i Popoli).
Una domanda rivolta ai relatori sul fatto che l’avvio del progetto possa mitigare l’attuale pericolo di una guerra nucleare è stata presa molto sul serio da tutti, così come la questione fondamentale alla base di tali progetti di trasformazione: il collegamento tra popoli, nazioni e culture.

La signora LaRouche ha concluso il dibattito sottolineando «l’idea di un’infrastruttura che colleghi le persone e cambi la mentalità, facendo sì che le persone crescano come un’unica umanità, superando la geopolitica e comprendendo che siamo tutti sulla stessa barca come un unico genere umano. Ritengo che questo tunnel dello stretto di Bering sia un passo molto importante in questa direzione. Dovremmo continuare questa discussione tra qualche settimana o mese, e speriamo di poterla diffondere ampiamente e ottenere il sostegno di più persone».