Nonostante gli sforzi diplomatici per rilanciare gli accordi di Minsk

II e persino di riattivare qualche forma di cooperazione tra Russia e Stati uniti, il Partito

Britannico in occidente sta nuovamente spingendo la situazione pericolosamente vicino ad una

guerra mondiale.

È dal novembre 2013 che l’Ucraina rimane un punto caldo centrale da

cui potrebbe scaturire uno scontro est-ovest. Gli estremisti di Settore di Destra (Pravij Sektor)

e le relative milizie ora minacciano apertamente un altro golpe di Maidan, stavolta contro

l’attuale presidente. La scorsa settimana, circa seimila miliziani fascisti hanno inscenato una

protesta a Kiev, chiedendo le dimissioni di Porošenko, la ripresa dei combattimenti nell’est del

paese, il rifiuto degli accordi di Minsk II e la legalizzazioni di tutte le milizie illegali.

Data la storia del golpe di Maidan, partito con i cecchini di Pravij

Sektor, la minaccia contro Porošenko non può essere presa alla leggera, nonostante il fatto che

egli e il Primo ministro Arsenij Jatsenjuk abbiano fatto parte dell’apparato del sottosegretario

USA Victoria Nuland che tirava le fila del golpe. Infatti, il capo di Pravij Sektor, il banderista

Dmytro Jaroš, è dallo scorso aprile assistente del ministro della Difesa, nominato proprio da

Porošenko.

In una diretta sfida alla Russia, i miliziani di Pravij Sektor hanno

annunciato la costituzione di posti di blocco lungo il confine con la Transnistria, un’enclave tra

l’Ucraina e la Moldavia, dove sono stazionate truppe di peacekeeping russe. In primavera,

Porošenko aveva annunciato che Kiev avrebbe chiuso i corridori aerei e terrestri verso la

Transnistria, stabiliti anni fa con un trattato per rifornire e sostituire le truppe russe. Ora,

se le forze anti-russe stabiliscono posti di blocco illegali, la situazione si inasprisce.

Non allentano le tensioni le manovre occidentali su territorio moldavo, che

coinvolgono 800 truppe da USA, Romania, Georgia, Polonia e Moldavia stessa.

Il pericolo che Pravij Sektor compia qualche azione terroristica nei paesi

confinanti ha fatto scattare l’allarme in diversi paesi dell’Europa orientale, come Polonia,

Slovacchia, Ungheria, Romania e Repubblica Ceca. Esponenti di governo in questi paesi hanno

espresso il timore di attacchi etnici contro le popolazioni locali. La polizia ceca sta già

investigando su agenti di Pravij Sektor nel paese.