Il nuovo anno riporta in auge le regole sul debito dell’Unione Europea, che erano state sospese a causa della pandemia di Covid. Le regole riformate del Patto di stabilità e crescita, decise dal Consiglio europeo il 20 dicembre, sono un revival dell’austerità pre-Covid alla Brüning (il cancelliere tedesco che contribuì a spianare la strada a Hitler) e della politica di riarmo di Hjalmar Schacht, banchiere centrale di Hitler (foto).
Le nuove regole sul debito e sul deficit possono essere così sintetizzate: I Paesi membri dell’UE possono scegliere come distruggere la propria economia: con tagli diretti al bilancio o con una più rapida attuazione delle politiche di “transizione climatica”.
Le nuove regole, infatti, mantengono gli stessi vecchi parametri per il debito massimo (60%) e il deficit (3%), ma li rendono ancora più severi introducendo un obiettivo intermedio di “salvaguardia” dell’1,5% per il deficit, al fine di consentire un cuscinetto di spesa per gli imprevisti, e introducendo uno scadenzario di 4-7 anni per i Paesi ad alto debito per centrare l’obiettivo. Poi la fregatura finale: i Paesi membri dovranno presentare alla Commissione dei piani su come intendono raggiungere l’obiettivo. La Commissione può offrire più o meno flessibilità, a seconda della “sostenibilità” della spesa prevista, dal punto di vista della “transizione climatica” e delle politiche di difesa della Commissione. Traduzione: se si fa debito per la “transizione climatica” e il riarmo, il Paese ottiene un lasciapassare.
Ma c’è di peggio. Dal moneto che gli investimenti climatici e i carri armati non creeranno crescita, il rapporto debito/PIL peggiorerà necessariamente, richiedendo quindi ulteriori tagli, che freneranno la crescita e peggioreranno il rapporto debito/PIL, richiedendo ulteriori tagli ecc.
L’economista italiano Gustavo Piga, che insegna economia politica all’Università di Roma Tor Vergata, ha affermato che le nuove regole sul debito aumenteranno il divario in Europa e sono una condanna a morte per la democrazia.
“Dall’accordo (…) esce quindi sconfitta la democrazia europea, perché ha ceduto all’attore tecnocratico chiamato Commissione europea, che avrà più poteri. È bene ricordare che in nessun’altra parte del mondo c’è un organismo tecnocratico che stabilisce cosa debbano fare singoli Paesi sovrani.” https://www.ilsussidiario.net/news/nuovo-patto-di-stabilita-ue-ancora-piu-lontana-dagli-usa-litalia-senza-carte-anti-crisi/2638304/.
L’aspetto più inquietante delle nuove regole, tuttavia, è la decisione di escludere le spese militari dal calcolo del deficit, seguendo di fatto lo stesso schema adottato da Hjalmar Schacht per riarmare la Germania di Hitler. Schacht finanziò l’intero riarmo della Germania nazista fuori bilancio, facendo emettere ad una società privata, la Metallurgische Forschungsgesellschaft (MeFo), delle cambiali che venivano poi scontate dalla banca centrale (Reichsbank) di Schacht. In questo modo, il riarmo del Terzo Reich avvenne senza aumentare formalmente il debito pubblico.
Il nuovo Patto di stabilità dell’UE ha istituito anche un “conto di controllo” centrale per verificare la deviazione dalle politiche fiscali, prevedendo l’apertura di una procedura per debito eccessivo nei confronti dei Paesi che si discostano dal percorso di spesa, con alcune eccezioni: “I recenti aumenti di spesa per la difesa saranno presi in considerazione favorevolmente, il che pone la difesa in una priorità di spesa leggermente avvantaggiata rispetto ad altre priorità dell’UE come la transizione verde e digitale o gli obiettivi sociali”, ha scritto correttamente il portale filo-UE Euractiv.
Ecco, quindi, che le spese per la difesa non saranno conteggiate nel bilancio. L’UE vuole che i Paesi membri raggiungano l’obiettivo NATO di almeno il 2% del PIL per le spese militari. Non sembra impressionante, ma per Paesi come l’Italia significa raddoppiare il bilancio militare dagli attuali quasi 20 miliardi di dollari a 40 miliardi. Anche per la Germania significa raddoppiare il bilancio, che passa dai circa 40 miliardi del 2021 a più di 80 miliardi di dollari. Probabilmente gli aumenti di spesa non si fermeranno qui, se “l’Europa” prevede una guerra con la Russia tra dieci anni, come ha dichiarato il Cancelliere tedesco Scholz.