Il Presidente Obama ha sfruttato l’occasione della cerimonia di West Point il 28 maggio per scodellare fresche minacce contro Russia e Cina, nel contesto di una prospettiva di guerra permanente contro quello stesso apparato di Al Qaeda che egli aveva sostenuto di avere estirpato. La “Dottrina Obama” di interventismo globale non è stata ben accolta dai cadetti, che non gli hanno riservato la solita standing ovation quando è salito sul podio e hanno ascoltato in silenzio senza applaudire nemmeno una volta durante il discorso.

Tutti erano ben consapevoli del fatto che, mentre Obama perorava la causa di un fondo globale anti-terrorismo e del sostegno all’opposizione armata in Siria, la politica USA e NATO in quel paese è stata dall’inizio quella di incoraggiare l’Arabia Saudita e altri paesi ad addestrare e armare i guerriglieri radicali alleati a Al Qaeda, compresi quelli reclutati in Europa, per combattere contro il governo di Assad. Il recente attentato contro il museo ebraico a Bruxelles è stato eseguito proprio da uno di questi giovani, reclutato in Francia.

La scorsa settimana il ministro della Difesa USA Chuck Hagel si è recato a Singapore, al Dialogo “Shangri La” dell’International Institute for Strategic Studies (IISS), una riunione di alti funzionari della difesa dall’intera regione Asia-Pacifico. Era presente anche un’ampia delegazione dell’Esercito di Liberazione Cinese, guidata dal vice capo di stato maggiore. Hagel ha attaccato la Cina per nome, accusandola di stare conducendo un’aggressione verso i paesi confinanti nei Mar Cinese Meridionale e Orientale.

Il bellicoso discorso di Hagel è stato pareggiato dal Primo ministro giapponese Shinzō Abe, che ha promosso la nuova interpretazione della costituzione di Tokyo, che autorizzerebbe azioni militari offensive in partenariato con altre nazioni. Abe ha detto ai presenti che il Giappone è pronto a fornire equipaggiamento militare e sostegno di intelligence ai vicini che si sentono “minacciati”, un riferimento chiaro alla Cina. Dietro le quinte, Hagel avrebbe promosso la causa di una “Nato asiatica”, ancorata agli stati dell’ASEAN e chiaramente diretta contro la Cina.

I leader russi hanno messo in guardia contro la continua accelerazione dei piani di Washington e Bruxelles per estendere la NATO a est. Il mese scorso sono stati adottati piani per anticipare la partecipazione della Georgia alla NATO, e si parla anche di negoziati in corso per l’ingresso di Svezia e Finlandia.

Dalla destituzione di Janukovyč, gli USA hanno triplicato gli aiuti militari al regime golpista di Kiev.