L’Unione Europea ha concesso alla Turchia 3 miliardi di Euro, che dovrebbero essere destinati ai campi profughi. Che garanzie abbiamo che non andranno dritti alle milizie anti-curde ed all’ISIS in Siria? La scandalosa decisione è stata presa ignorando le proteste in Turchia per il brutale assassinio del capo degli avvocati curdi Tahir Elci, e per l’arresto del direttore di un quotidiano che aveva documentato il traffico di armi tra Turchia e Siria. Ed ignorando il fatto che Erdoğan ha rischiato di scatenare la terza guerra mondiale con l’abbattimento del caccia russo impegnato in una missione anti-ISIS in Siria ed il barbaro assassinio di uno dei due piloti da parte dei terroristi, che la Turchia sostiene in funzione anti-curda ed anti-Assad.

Come hanno rilevato numerosi esperti, il ricatto di Erdoğan nei confronti dell’Unione Europea avrebbe dovuto essere respinto al mittente. Da anni la Turchia apre e chiude i confini a suo piacimento, nell’ambito della sua strategia da impero ottomano. Li apre pur sapendo che le ondate di migranti ci trovano impreparati e li chiude, come fece durante l’eroica lotta delle donne curde a Kobane, le uniche che riuscirono a sconfiggere militarmente l’ISIS prima dell’intervento russo, per non far arrivare aiuti ai curdi.

Se i motivi che portarono alle sanzioni contro Mosca sono sempre stati dubbi, dove sono le sanzioni dell’Unione Europea nei confronti della Turchia, per le palesi violazioni dei diritti civili, per il barbaro assassinio di oppositori politici di Erdoğan, e infine per le folli provocazioni della Turchia nei confronti della Russia? Concordo pienamente con Jacques Cheminade (vedi:https://movisol.org/sputnik-news-intervista-cheminade-sulla-coalizione-contro-lisis-la-latitanza-degli-stati-uniti-e-labbattimento-del-caccia-russo/), anche l’Italia dovrebbe uscire dalla NATO (organizzazione che, oltretutto, esaurì il proprio compito e mandato allorché crollò il sistema sovietico) fino a quando ne farà parte la Turchia di Erdoğan, una dittatura complice del terrorismo. Il nostro governo ha finora tenuto i piedi in due scarpe: aiutiamo Putin, ma manteniamo le sanzioni. Se l’Europa, invece, volesse davvero sgominare l’ISIS e rilanciare la crescita, toglierebbe subito le sanzioni contro la Russia, che hanno colpito duramente la nostra economia (non solo il settore agricolo, ma anche quello dell’alta tecnologia), e le imporrebbe invece alla Turchia e all’Arabia Saudita. Il Premier francese Valls ha chiesto che a Mosca vengano tolte.

Naturalmente non va dimenticata la dimensione internazionale delle provocazioni di Erdoğan contro la Russia. Come confermano alcuni esperti a Washington, l’abbattimento del caccia russo sulla Siria non sarebbe stato possibile senza il tacito assenso, o addirittura l’istigazione, da parte di Obama, il quale si oppone strenuamente alla nuova alleanza strategica tra Russia e Francia per sgominare l’ISIS. Ecco perché LaRouche chiede con urgenza la destituzione di Obama e la pubblicazione delle 28 pagine del rapporto del Congresso USA sull’11 settembre (vedi: https://movisol.org/tag/28-pagine/), secretate prima da Bush e poi da Obama, e che rivelano i finanziamenti sauditi ad Al Qaeda ed ai dirottatori dell’11 settembre.

Ma c’è un altro aspetto fondamentale nella lotta contro il terrorismo: nessuno ne parla, a parte MoviSol e il movimento di LaRouche a livello internazionale: l’urgenza di un piano Marshall per la ricostruzione e lo sviluppo, come quelli previsti dal programma per un Miracolo Economico per l’Europa Meridionale, il Mediterraneo e l’Africa (vedi:https://www.movisol.org/ProgMiracoloEconMed.htm) e dal Piano Oasi rivolto all’Asia Sudoccidentale, per promuovere lo sviluppo dei Paesi attualmente in guerra, porre fine alle migrazioni di massa e sostituire un Nuovo Rinascimento della cultura musulmana al dilagare dell’estremismo islamico (vedi: https://movisol.org/tag/piano-oasi/).
Proprio ieri abbiamo dato notizia del primo colloquio internazionale a Casablanca sulla Via della Seta poiché iniziative del genere ben si inseriscono in questa strategia.

Le mazzette ad Erdoğan per ridurre i flussi migratori verso la Germania e verso l’Europa non serviranno a nulla: occorre una strategia di ampio raggio, ed inclusiva, come quella proposta dai BRICS e, in particolar modo, dal Presidente cinese Xi Jiping per lo sviluppo dei Paesi poveri, anche in occasione del vertice COP21 a Parigi, e come quella per cui il movimento di LaRouche si batte fin dagli anni Settanta, quando LaRouche propose, proprio qui a Milano, una Banca Internazionale per lo Sviluppo.

Editoriale di Liliana Gorini, Presidente di MoviSol