Mentre i media speculano su una possibile “Grexit”, e cioè l’uscita della Grecia dall’Eurozona, la vera opzione su cui scommette Atene è, come ha notato un acuto osservatore, la “Bricsit”, e cioè l’ingresso della Grecia e dell’Europa nella dinamica dei BRICS. Il governo greco si offre come ponte verso i BRICS.

Parlando di un Piano B (dove B sta per BRICS), il ministro della Difesa Panos Kammenos ha dichiarato il 10 febbraio che “se non c’è un accordo e se vediamo che la Germania rimane sulle sue posizioni a costo di far saltare l’Eurozona, allora saremo obbligati ad adottare il Piano B. Il Piano B consiste nel cercare finanziamenti da un’altra fonte”. In quel contesto, egli ha fatto notare i suoi “buoni rapporti con la Russia”. I russi, ha detto, stanno considerando di togliere l’embargo ai prodotti greci, e la Grecia è interessata alla cooperazione sul gasdotto russo.

In un’intervista con Der Spiegel, il ministro degli esteri greco Nikos Kotzias ha evidenziato l’importanza strategica della Grecia, situata “nel mezzo di un triangolo” con l’Ucraina al vertice, la Libia e il Medio Oriente ai vertici, “distanti da noi appena trecento chilometri”. “Se fosse destabilizzata anche la Grecia, si creerebbe un grande arco che potrebbe portare milioni di emigranti in Europa”.

L’11 febbraio, il giorno in cui l’Eurogruppo si è accanito contro la delegazione greca a Bruxelles, Kotzias ha incontrato il collega russo Sergei Lavrov a Mosca. Il capo del governo, Alexis Tsipras, è stato invitato dal Presidente Putin alle celebrazioni della vittoria contro la Germania nazista in maggio.

Secondo notizie non confermate, Tsipras è stato anche invitato in Cina. In ogni caso, sempre l’11 febbraio, il Primo ministro cinese Li Keqiang ha telefonato al collega greco per congratularsi dopo il voto di fiducia. Egli ha discusso il tema della compagnia marittima Cosco e del leasing del terminale per container al Pireo.

Nel frattempo, il ministro greco per la Ricostruzione Produttiva, l’Ambiente e l’Energia, Panagiotis Lafazanis, ha annunciato un viaggio in Cina alla fine del mese. Lafazanis è diventato lo spauracchio della Commissione Europea dopo aver dichiarato che rivedrà il programma delle privatizzazioni e se necessario le bloccherà.