Il comportamento di Trump continua a lasciare il mondo nell’incertezza riguardo alle sue prossime mosse. Ciò crea una situazione altamente instabile e potenzialmente pericolosa. Trump ha minacciato Brasile, India, Unione Europea e molti altri Paesi con dazi commerciali, ma l’escalation più allarmante è stata quella contro la Russia. Alla fine di questa settimana, l’8 agosto, scadrà il termine che ha dato al Cremlino affinché compia progressi verso una risoluzione del conflitto in Ucraina attraverso i negoziati. La visita di Witkoff a Mosca a metà settimana potrebbe portare novità, tali da evitare la rottura. Come Trump dovrebbe ormai sapere, tuttavia, le minacce e le intimidazioni non funzionano, quando sono rivolte al Cremlino.
Proprio la settimana scorsa, le sue provocatorie dichiarazioni sono state sufficienti a riportare il mondo sull’orlo di una guerra nucleare. In risposta all’ex presidente russo Dmitrij Medvedev, attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza, che aveva affermato competere a Mosca la decisione sui tempi in cui negoziare, Donald Trump ha annunciato lo schieramento di due sottomarini nucleari della classe Ohio “più vicini alla Russia”. Sebbene dal punto di vista militare una tale mossa sarebbe priva di significato, l’intenzione politica era chiara. L’ex ispettore delle Nazioni Unite per le armi Scott Ritter, tra gli altri, ha fatto notare in diverse interviste, tra le quali una con George Galloway del 3 agosto, che un annuncio del genere porterebbe i militari a concludere che i consiglieri russofobi del presidente degli Stati Uniti (compresi gli inglesi) stiano pianificando un attacco volto a “decapitare” le capacità nucleari della Russia.
La sortita di Trump ha portato Medvedev a replicare, raccomandando a Trump di ricordare “quanto possa essere pericolosa la ‘Mano Morta’”. Come ha spiegato Ritter, la Mano Morta è un piano di sicurezza che “garantisce una ritorsione nucleare su larga scala nel caso in cui una nazione fosse così folle da tentare un attacco decapitante”. Fu sviluppato negli anni ’80, quando gli USA stazionarono i missili Pershing II a medio raggio in Europa e stazionarono sottomarini nucleari vicino alla Russia. Ciononostante, i leader russi hanno reagito con moderazione alle minacce di Donald Trump, evitando di partecipare a uno scambio di minacce sull’impiego di armi nucleari. A questo quadro si aggiunge la recente dichiarazione, molto dura, del Ministro degli Esteri Lavrov, il quale ha avvertito che “la Germania moderna e il resto dell’Europa si stanno trasformando in un Quarto Reich” diretto contro la Russia. Ciò sottolinea la necessità di una nuova architettura multipolare in Europa, ha scritto.
In questo contesto, la pubblicazione dei documenti finora riservati sul Russiagate potrebbe rivelarsi un punto di svolta. Essi confermano ciò che questa newsletter, tra gli altri, ha da tempo riportato: che l’intera narrazione sulla “collusione” russa di Donald Trump era un mito inventato da Londra e diffuso dai russofobi statunitensi per sabotare le relazioni tra l’Occidente e la Russia.