Secondo il ministro delle Finanze russo Siluanov, nelle prossime settimane gli economisti cinesi e russi si incontreranno per discutere come creare linee di credito e camere di compensazione per le transazioni finanziarie che aggirino le istituzioni controllate dall’Occidente, le quali agiscono per motivi politici. “Abbiamo bisogno di una nostra infrastruttura di pagamento indipendente”, ha dichiarato il ministro russo a Izvestia.
Siluanov ha citato altre banche esistenti, come la Banca asiatica di investimento nelle infrastrutture e la NDB dei BRICS, che sono finanziate e concedono prestiti in valute estere di paesi non membri (principalmente il dollaro statunitense, ovviamente). Pertanto, egli ha proposto: “se creiamo una nuova istituzione finanziaria, rendiamola indipendente anche dalle valute occidentali, in modo da poter concedere prestiti liberamente a chiunque e per qualsiasi cosa si desideri”. Per la Russia, ciò è particolarmente urgente, a causa dell’imposizione delle sanzioni occidentali in base alle quali “i canali finanziari dell’Occidente sono diventati inaccessibili, non solo alla Russia, ma anche ad altri partner”.
Come dovrebbe reagire il mondo transatlantico a questo legittimo desiderio dei paesi in via di sviluppo, ispirati dall’esempio dello straordinario sviluppo della Cina, di controllare i mezzi del proprio sviluppo e dei propri popoli? Innanzitutto, riconoscendo che lo sviluppo economico, sociale e culturale degli altri non è un pericolo per sé stessi, ma un’opportunità di crescita reciproca e di cooperazione vantaggiosa per tutti e riconoscendo che l’attuale “mondo unipolare” sta morendo e non può essere riportato in vita, indipendentemente dal numero di “supermissili” o “criptovalute” che vengono creati.
Un altro test cruciale assolutamente immediato per l’Occidente collettivo si sta svolgendo questo mese all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La comunità internazionale è chiamata a fermare il massacro dei palestinesi che viene commesso sotto gli occhi dell’opinione pubblica mondiale dal folle regime di Israele, che è esso stesso una creatura della geopolitica dell’Impero britannico. Sebbene alcune nazioni si siano fatte avanti per chiedere un intervento, le loro richieste sono ben lontane dalla forza necessaria. Da qui la necessità che i cittadini di tutti i paesi si mobilitino ora. Questo è lo scopo della grande manifestazione che si è tenuta davanti alla sede delle Nazioni Unite a New York il 15 settembre, con la partecipazione della Coalizione Internazionale per la Pace, dello Schiller Institute e di molti altri gruppi e individui, e che sarà seguita da innumerevoli altre iniziative.