Discorso di Paul Gallagher, esperto economico dell’EIR, alla conferenza dello Schiller Institute del 13-14 novembre
Per cominciare con una battuta: mercoledì il presidente Joe Biden ha stabilito una nuova “priorità assoluta”, fermare l’inflazione. Avrebbe detto alle autorità di regolamentazione americane di fermare la speculazione, spingere i prezzi dell’energia verso il basso, ecc. Molti commentatori hanno detto che “sembrava di essere in Cina”, che ha preso queste stesse decisioni di recente. Forse Biden lo desiderava.
Un dispositivo euristico che mostra il perché dell’attuale inflazione e perfino iperinflazione dei prezzi fu introdotto da Lyndon LaRouche negli anni ’90, col nome di triplice curva della funzione di collasso (Figura 1). Il diagramma sembra essere semplice. Ma le attuali tempeste inflattive, che stanno minacciando milioni di vite umane e colpiscono i fertilizzanti e i generi alimentari, il riscaldamento domestico e l’energia elettrica, non possono essere seguite fino alla loro origine e causa, senza capire la tipica funzione di collasso descritta da LaRouche.

Lo introdusse come parte di una sua previsione generale, dell’avvicinarsi delle condizioni per un crac finanziario ed economico. E in effetti, gli anni che seguirono furono segnati da continui crolli di bolle del debito – i crolli azionari della “crisi asiatica”, i default delle obbligazioni russe e brasiliane, il crollo della bolla dot.com – che portarono alla crisi dei pignoramenti delle case negli Stati Uniti e al crollo finanziario globale del settembre 2008. LaRouche, 14 mesi prima di quel crac globale, lo aveva dichiarato come una certezza, in un webcast internazionale come questa.
Perciò le azioni economiche da lui richieste, dopo aver introdotto questa Triplice Curva, per fermarne il crollo fatale, restano critiche anche ora. Ritornerò su questo nel corso di questa discussione.
Ricordate l’agosto 2019, quando i principali banchieri centrali del mondo e i megabanchieri privati si sono incontrati alla loro conferenza politica annuale a Jackson Hole, nel Wyoming. Erano profondamente e pubblicamente preoccupati che le economie transatlantiche insieme a Giappone, Corea, Australia fossero in preda ad una deflazione rovinosa e irreversibile. Sembra molto tempo fa, ora. I leader di quella conferenza – il governatore della Banca d’Inghilterra, Mark Carney, e una banda di quattro dirigenti di BlackRock, Inc. che erano tutti ex banchieri centrali in Europa – dichiararono che le principali banche centrali dovessero assumere le autorità dai governi – loro stessi lo chiamarono un “cambio di regime” – per creare domanda e creare inflazione a tutti i costi. Le loro strategie erano: emissione illimitata da parte della banca centrale di denaro a pioggia (helicopter money) per specifici scopi di “spese di emergenza” (i banchieri di BlackRock); e la creazione di moneta digitale sintetica della banca centrale (Carney).
Quindi le ondate di inflazione a cui abbiamo assistito nell’ultimo anno o giù di lì, sono intenzionali, e guidate da queste banche centrali.




Qui vediamo l’inflazione del prezzo di 20 materie prime importanti a livello globale, dall’inizio di questo secolo, lasciando fuori gli anni immediatamente intorno al crollo del 2008 e alla Grande Recessione (Figura 2). Il punto di misurazione del prezzo in ogni anno è luglio. Il periodo 2000-05 mostra un’inflazione significativa, un’inflazione “calda” mostrata qui in rosa. La media delle materie prime in tutto il 20, aumenta dell’11%/nel periodo del crac del 2007-08. Poi il decennio 2009-2019: nessuna inflazione di queste materie prime. Poi il biennio 2019-21: all’improvviso l’inflazione diventa “calda”: La commodity media aumenta del 30% all’anno. E poi negli ultimi tre mesi, 15 luglio-15 ottobre, “inflazione molto calda”: La commodity media aumenta fino al 125%/anno se dovesse continuare.
Questa rapida e crescente impennata inflazionistica è trasversale. Le materie prime energetiche aumentano più velocemente di molte altre, ma nessun mercato speculativo spiega questo. Ci sono sicuramente speculazioni che svolgono un ruolo importante. Ma l’aumento dell’inflazione è trasversale, e niente affatto transitorio.
Cosa stavano decidendo di fare queste banche centrali nel 2019?
Stavano, e stanno, cercando di gonfiare questa bolla del debito totale globale (Figura 3), che è cresciuto di 40.000 miliardi di dollari o del 20% in soli tre anni 2015-18. Il PIL globale, per quanto sia una pessima unità di misura, è aumentato solo dell’8% circa in quei tre anni, con metà di questa crescita nella sola Cina; e quel tasso di crescita dell’economia globale stava rallentando. Invece di riorganizzare questo debito con la separazione bancaria prevista dalla legge Glass-Steagall, cancellando titoli speculativi, e con l’emissione di nuovo credito per progetti infrastrutturali ad alta produttività necessari nel mondo, la loro scelta fu di gonfiare la bolla speculativa e sostituirla con una nuova gigantesca bolla della “finanza verde”.
La loro paura era: Se la deflazione fosse continuata per anni, con quell’immensa “bolla del tutto” globale del debito e pochissimi nuovi investimenti produttivi al di fuori della Belt and Road cinese, i default di massa di imprese e debito sovrano avrebbero seppellito i sistemi bancari nelle loro stesse speculazioni.

Quindi le banche centrali hanno creato questa inflazione intenzionalmente. Ma non hanno visto, e non ammettono ora, che la loro politica di “cambio di regime”, unita al pressing per un New Deal verde globale e volta a creare una bolla di “finanza verde” di beni e spese a debito, è un fallimento, e un caos economico che non possono controllare.
Allo stesso modo, solo un secolo fa, la creazione di un’alta inflazione da parte della Reichsbank tedesca era intenzionale, stampando moneta per ripagare i debiti della prima guerra mondiale della Germania. Ma nel 1923, con la presa franco-belga della Renania, il cuore della produzione industriale della Germania, in meno di un anno permise a questa stampa di moneta inflazionistica di trasformarsi in una mostruosa e incontrollata iperinflazione che spazzò via la ricchezza delle famiglie della popolazione tedesca. Ancora una volta, questo evidenzia l’importanza della funzione di collasso tipica della Triplice Curva di LaRouche.



Nell’ottobre 2019, dopo un mese di operazioni di prestito di liquidità “repo” che hanno riversato centinaia di miliardi nel mercato dei prestiti interbancari ogni notte, la Federal Reserve ha iniziato quello che secondo loro non era “quantitative easing, non era QE”. E in effetti, è diventato rapidamente più grande del QE, aggiungendo 500 miliardi di dollari di emissione di moneta elettronica da ottobre 2019 a febbraio 2020, prima del crollo economico per via della pandemia. Da marzo è diventato un diluvio, da parte della Federal Reserve, della Banca Centrale Europea, della Banca d’Inghilterra e della Banca del Giappone, che ha versato 10.000 miliardi di dollari in nuova emissione di denaro in 18 mesi, un tasso di stampa di denaro che ha triplicato qualsiasi programma di quantitative easing del decennio precedente.
E gli Stati Uniti da soli hanno aggiunto circa 5.000 miliardi di dollari di nuovi prestiti e spese del Tesoro per l’emergenza COVID, in collaborazione essenziale con la Federal Reserve, che ha sostenuto e comprato queste nuove emissioni di debito. Non c’è stata creazione di occupazione produttiva in nessun settore.

`Cambio di regime’ e `Grande Reset’
Ora considerate chi erano i leader della strategia del “cambio di regime” lanciata alla conferenza dei banchieri di Jackson Hole nell’agosto 2019. Mark Carney – tra tutti i banchieri internazionali di spicco, è il più devoto e persino ossessionato “guerriero del clima”, come lo ha definito la stampa britannica, coautore dell’accordo sul clima di Parigi del 2015. E i banchieri che lavorano alla BlackRock, Inc, la più grande società di gestione del denaro al mondo e la più aggressiva nell’imporre investimenti fuori dai combustibili fossili.
Le due politiche vanno di pari passo: Il “cambio di regime” – cioè le banche centrali che prendono il posto dei governi nel compito cruciale di dirigere e incentivare gli investimenti su larga scala, con il governo che si aspetta e/o è costretto a sostenere questo con regolamenti, impegni fiscali, ecc; e il Green Deal globale. Il “Cambio di regime” è diventato “il Grande Reset”.
C’è stato un vero e proprio arresto, eccezion fatta per potenze quali Cina, Russia ed India, degli investimenti nei combustibili fossili, nella produzione di energia fossile e nello sviluppo intensivo dei terreni agricoli. Esso ha causato una iperinflazione energetica, caos economico e crolli, ed è costato molte vite umane. Anche i leader africani che hanno denunciato le imposizioni “verdi” ai loro paesi, hanno riconosciuto i danni che ha provocato. Ascoltiamo il vicepresidente nigeriano Yemi Osinbajo: “La Nigeria… è costretta a negare a se stessa il beneficio delle proprie risorse… I progressi dell’Africa potrebbero essere vanificati dagli sforzi del mondo ricco che frena gli investimenti nel campo dei combustibili fossili”. Il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni ha detto la stessa cosa in un editoriale del Wall Street Journal. Il presidente del Sudafrica ha firmato a Glasgow un arresto accelerato della grande produzione di carbone di quel paese. Negli Stati Uniti, il carbone è diminuito entro la fine del 2020 al 15% della produzione nazionale di energia dal 39% di appena due anni prima. E così via. Allo stesso tempo sono andati avanti freneticamente in tutto il mondo gli investimenti in fonti di energia intermittente. L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha riferito soddisfatta che un disastroso 90% dell’energia elettrica nel 2020-21 si sono avute da parchi eolici, parchi solari e impianti con turbine a gas per sostenere la loro intermittenza.

Ovviamente la pandemia di COVID ha provocato un brusco crollo delle economie produttive di tutto il mondo. Ma da nessuna parte nelle principali economie del Nord America e dell’Europa sono stati avviati progetti infrastrutturali per ripristinare l’occupazione produttiva. Gli ospedali disperatamente necessari in tutto il mondo per far fronte alla pandemia non sono stati costruiti, nonostante l’esempio della Cina. I fondi pubblici sono stati tutti buttati via in aiuti e sostituzione salariale. C’e stata solo un’eccezione: progetti eolici e solari sempre più grandi e le loro Sancho Panza, le turbine a gas naturale.

È dolorosamente chiaro che questi investimenti non hanno rilanciato l’economia reale e, attraverso tempeste di inflazione, hanno causato il caos energetico, dei trasporti minacciando una produzione alimentare già svuotata. Questi investimenti hanno dimostrato di ridurre la produttività economica generale, e ciò colpisce l’economia più duramente e più a lungo di una semplice contrazione temporanea dell’attività economica.

Ora guardiamo di nuovo alla funzione di collasso della triplice curva di Lyndon LaRouche (Figura 1). LaRouche ha semplicemente dimostrato che quando, sulla stessa linea temporale, l’economia produttiva reale accelera il declino, mentre aumentano a tassi accelerati sia le attività di debito (“aggregati finanziari”), sia le emissioni di valuta necessarie per rifinanziare le attività di debito, incombe un generale collasso economico e finanziario. Nel caso particolare in cui la massa degli aggregati monetari, attraverso la stampa di denaro, viene artificialmente indotta ad espandersi anche più velocemente del debito che sta sostenendo, si rischia una sesplosione iperinflazionistica.

Questa è l’immagine dell’inflazione attuale e di ciò che fa presagire.

La risposta delle megabanche, dei gestori di fondi e fondi pensione è stata chiara al “vertice sul clima” di Glasgow: ignorare il caos e l’inflazione e chiedere uno “spostamento di migliaia di miliardi” più grande e più veloce da tutto ciò che produce carbonio e sostiene la vita umana e i numeri della popolazione umana – alla finanza verde. Il principe Carlo, il Green Dealer più influente al mondo che ha anche la più grande impronta di carbonio del mondo, ha parlato per loro:
“Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità … rappresentano una minaccia esistenziale ancora più grande della pandemia di COVID-19, motivo per cui dobbiamo metterci sul piede di guerra. Con una popolazione globale in crescita che crea una domanda sempre crescente sul pianeta di risorse limitate, dobbiamo ridurre le emissioni con urgenza… Sappiamo che ci vorranno migliaia di miliardi, non miliardi di dollari… Qui ciò che serve è una vasta campagna in stile militare per schierare la forza del settore privato globale. Con migliaia di miliardi a sua disposizione , ben al di là del PIL globale, e con il massimo rispetto, al di là persino dei governi dei leader mondiali, offre l’unica prospettiva concreta di raggiungere una transizione economica fondamentale”.

Esiste un modello per questa “transizione economica fondamentale”. Ho menzionato prima l’iperinflazione tedesca dei primi anni ’20. Il banchiere centrale che arrivò nel 1924 ed intervenne con una nuova moneta e una politica di austerità molto dolorosa contro l’economia e le famiglie, si chiamava Hjalmar Schacht. Più tardi negli anni ’20 questa potente figura si dimise dalle sue posizioni per sostenere i nazisti di Hitler e per svolgere un ruolo importante nel portarli al potere. Schacht poi, nel 1933, riprese il controllo della Reichsbank e divenne anche ministro dell’Economia nazista. Lanciò rapidamente un’emissione tempestosa di valuta della banca centrale, unita all’istituzione del lavoro irreggimentato col Fronte del lavoro nazista, per guidare il capitale verso il riarmo e la produzione di armi. La produzione di armi passò dal 2% del PIL tedesco al 20% in soli due anni, nel periodo 1933-35. Salari e prezzi furono messi sotto controllo.

L’economia schachtiana è l’essenza del fascismo, in cui i più grandi conglomerati finanziari cooptano i poteri dei governi per aumentare i loro saccheggi e ridurre i costi del lavoro e i costi umani dell’attività economica.

Lyndon LaRouche si è battuto per 50 anni contro il ritorno dell’economia schachtiana.

Quando il presidente Richard Nixon nel 1971 pose fine alla base di riserva aurea del dollaro USA, annullò anche il sistema monetario altamente produttivo di Bretton Woods del presidente Franklin Roosevelt. Nixon impose controlli sui salari e sui prezzi ed adottò una “strategia del sud” politico-economica – l’inizio della “globalizzazione”, inviando i posti di lavoro industriali a sud verso pool di manodopera più economici. Lyndon LaRouche denunciò immediatamente, per tutti gli anni ’70, che ciò stava riconducendo all’economia fascista di Schacht, a guerre e potenziali pandemie, e alla Depressione. LaRouche divenne famoso dibattendo con gli economisti keynesiani dominanti, che erano ammiratori di Schacht per la sua “creazione di lavoro pubblico” e le sue politiche commerciali.

Gli avvertimenti e le proposte d legge di LaRouche per fermare la crisi del 2007-08 furono boccate. Così disse come prevenire un’altra, peggiore crisi finanziaria ed economica, quella che sta arrivando adesso.

Prima di tutto separare le banche più grandi con la legge Glass-Steagall. Parliamo delle banche della cosiddetta alleanza di Mark Carney che vogliono rastrellare migliaia di miliardi per la “finanza verde”. E sono enormi zombie, troppo grandi perché le banche centrali li lascino fallire, e troppo grandi per concedere prestiti; si limitano a speculare. Questo sarà il colpo più grande per la bolla verde. In secondo luogo, i contratti energetici da nazione a nazione a lungo termine, come i contratti sul gas Russia-Europa che, contrariamente alle sciocchezze della propaganda, proprio questa settimana hanno ridotto il prezzo del gas naturale del 10% in Europa. E terzo, un “nuovo accordo creditizio di Bretton Woods” tra le principali potenze economiche e tecnologiche, per stabilizzare i tassi di cambio, e per elargire credito per nuovi progetti infrastrutturali – subito, un moderno sistema di strutture sanitarie in ogni nazione; e soprattutto la produzione di nuove centrali elettriche a fissione nucleare e l’avanzamento dello sviluppo dell’energia da fusione.