Il concetto di ponte, sia in senso fisico che metaforico, è stato al centro del viaggio apostolico di Papa Leone XIV in Turchia, dal 27 al 29 novembre, in termini simili alla discussione tenutasi al seminario EIR del 22 ottobre, dedicato al progetto del tunnel dello stretto di Bering e alle infrastrutture dei ponti terrestri mondiali.
Come logo del viaggio, il Papa ha scelto il ponte di Kanakkale 1915 un’infrastruttura significativa sotto molti aspetti. Attualmente il ponte sospeso a campata unica più lunga del mondo (2 km), il ponte di Kanakkale sullo stretto dei Dardanelli è il più recente dei tre ponti che collegano la parte anatolica della Turchia con quella europea, collegando due continenti, e prende il nome dalla vittoria turca del 1915 contro l’Impero britannico.
Nel suo discorso alle autorità il 27 novembre, Papa Leone ha spiegato perché ha scelto l’immagine del di Kanakkale: “L’immagine del ponte sullo stretto dei Dardanelli, scelto come logo del mio viaggio, esprime in modo eloquente il ruolo speciale del vostro Paese”, ha detto. “Ancor prima di collegare l’Asia con l’Europa, l’Oriente con l’Occidente, questo ponte collega la Turchia con sé stessa. Unisce diverse parti del Paese, rendendolo, per così dire, un ‘crocevia di sensibilità’…
“L’immagine del vostro grande ponte è utile anche in questo senso, poiché Dio, rivelandosi, ha stabilito un ponte tra il cielo e la terra. Lo ha fatto affinché i nostri cuori potessero cambiare, diventando simili al suo. È un vasto ponte sospeso, che sfida quasi le leggi della fisica. Allo stesso modo, oltre ai suoi aspetti intimi e privati, anche l’amore ha una dimensione visibile e pubblica”, ha affermato il Papa.
“Questa metafora ci invita a stabilire una connessione – ancora una volta, un ponte – tra il nostro destino comune e le esperienze di ogni singolo individuo” (https://www.vatican.va/content/leo-xiv/en/speeches/2025/november/documents/20251127-turchia-autorita.html).
Nell’omelia della Messa celebrata il 29 novembre a Istanbul, Papa Leone è tornato sull’immagine del Ponte. “La seconda immagine che ci viene dal profeta Isaia – ha detto – è quella di un mondo in cui regna la pace. Egli lo descrive così: ‘Spezzeranno le spade e ne faranno aratri, delle lance faranno falci; una nazione non leverà più la spada contro un’altra nazione, né impareranno più l’arte della guerra’ (Is 2,4). Quanto è urgente questo appello per noi oggi! Quanto è grande il bisogno di pace, di unità e di riconciliazione intorno a noi, dentro di noi e tra di noi! Quale può essere il nostro contributo in risposta a questo appello?
“Per comprenderlo meglio, guardiamo al logo di questo viaggio, in cui una delle immagini scelte è quella di un ponte. Ci fa pensare anche al famoso grande viadotto di questa città, che attraversa lo stretto del Bosforo e unisce due continenti: l’Asia e l’Europa. Nel corso del tempo sono stati aggiunti altri due attraversamenti, così che ora ci sono tre punti di collegamento tra le due sponde. Queste tre grandi strutture di comunicazione, scambio e incontro sono impressionanti da vedere, ma così piccole e fragili rispetto agli immensi territori che collegano” (https://www.vatican.va/content/leo-xiv/en/homilies/2025/documents/20251129-messa-istanbul.html).
La rivista online “Strettoweb”, che fa la cronaca di entrambe le sponde dello Stretto di Messina, è stata tra le prime a capire l’importanza delle parole del Papa e a mostrarne in termini ironici le implicazioni per la battaglia sul ponte di Messina di prossima costruzione.
“Le più grandi forze divine della natura e dell’umanità sostengono il Ponte sullo Stretto”, ha scritto Strettoweb. “Ne abbiamo una conferma assoluta nelle ultime ore: da una parte, a Messina, la grande manifestazione No-Ponte organizzata dalla sinistra con Elly Schlein e i leader di partito, viene accompagnata da condizioni meteorologiche avverse. Pioggia, freddo, vento: la Natura si ribella ai cavernicoli che si oppongono alla grande opera più eco-sostenibile della storia. Ed è uno. Contemporaneamente, Papa Leone XIV conferma la necessità di costruire ponti, compreso quello sullo Stretto, ribadendo l’unione di intenti tra il sacro e la scienza, tra Dio e la Natura.
Dopo aver citato l’omelia di Leone, l’articolo concludeva: “Papa Leone XIV ribadisce quindi l’importanza di costruire Ponti, proprio mentre a Messina qualche personaggio un po’ meno noto e importante strilla il contrario” (https://www.strettoweb.com/2025/11/quel-pro-ponte-di-papa-leone-meravigliosi-i-tre-ponti-sul-bosforo-lingegno-delluomo-e-un-dono-di-dio/2005464/).
Una volta costruito, il ponte sullo Stretto di Messina supererà il record del Kanakkale con i suoi 3,3 km di campata sospesa, ma i partiti dell’opposizione, in combutta con la Commissione Europea e alcune fazioni della magistratura italiana, sono riusciti a ritardarne la costruzione, che avrebbe dovuto iniziare quest’anno. Ironia della sorte, il ponte di Kanakkale è stato costruito utilizzando il “Messina Type Deck”, un tipo rivoluzionario di impalcato sviluppato proprio per il ponte sullo Stretto.