L’ossessiva narrazione anti-russa da parte dei media e dell’establishment transatlantico ha meno a che fare con l’Ucraina e il dispiegamento di truppe russe, che con il crollo dell’“Ordine Unipolare” post-guerra fredda e il tentativo della City di Londra e Wall Street (che agisce attraverso il complesso militare-industriale) di impedire lo sviluppo delle nazioni che non fanno parte del “club”. Tra queste specialmente Cina e Russia, i cui leader hanno consolidato il 4 febbraio un accordo strategico che ha suscitato reazioni scomposte tra i capi del “club”, che temono che all’alleanza aderisca un numero sempre maggiore di nazioni non disposte a sacrificare la propria sovranità all’“ordine basato sulle regole” e al “Great Reset” dei banchieri.
Il tema è stato affrontato alla conferenza dello Schiller Institute del 19 febbraio da un autorevole gruppo di esperti provenienti da molte nazioni. Helga Zepp-LaRouche (foto) lo ha messo al centro del suo intervento, in cui ha presentato l’urgente bisogno di una nuova architettura strategica basata sulla sicurezza di tutte le nazioni sovrane, come piattaforma per un nuovo paradigma di pace e sviluppo. È stato anche al centro dell’intervento di apertura di Harley Schlanger.
Tornando al “club”, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha dichiarato a Monaco che le sanzioni avrebbero avuto lo scopo di impedire alla Russia di diversificare la propria economia aldilà del gas e del petrolio, impedendole l’accesso a tecnologie moderne. Il Premier britannico Boris Johnson è stato ancora più esplicito, minacciando le imprese russe con l’esclusione dal sistema di transazioni internazionale SWIFT e dai mercati finanziari di Londra, qualora Mosca avesse invaso l’Ucraina. Ciò coincide con le notizie di una riunione tenutasi alla Casa Bianca il 25 gennaio, in cui i partecipanti avrebbero stilato un memorandum su come lanciare la guerra finanziaria per sabotare gli sforzi di Putin di modernizzare l’economia russa.