L’analista politico che non include il fattore dell’imminente disintegrazione dei sistema finanziario nella sua equazione strategica farebbe bene a cambiare mestiere. Siamo vicini all’implosione del sistema, anche se nessuno può prevedere esattamente quando essa avverrà.
Negli ultimi quattro mesi, il sistema finanziario è stato tenuto in vita dalle rotative (si fa per dire) della Federal Reserve. In questo periodo, il bilancio della Fed è aumentato di 413 miliardi di dollari, che riflette una quota annuale di 1.100 miliardi. Si tratta di una proiezione lineare, che non tiene conto della possibilità, molto reale, che la Fed aumenti il volume delle iniezioni quotidiane e periodiche.
Se sovrapponiamo la curva dell’espansione monetaria della Fed e quella dell’indice S&P 500, le due curve combaciano quasi esattamente, a dimostrazione che gli indici di Wall Street dipendono totalmente dal denaro della banca centrale.
Le megabanche zombie hanno alimentato la bolla della borsa in due modi: acquistando le proprie azioni e speculando massicciamente sugli indizi azionari. Un esempio è JP Morgan Chase Bank, i cui derivati azionari sono cresciuti dai 337 miliardi del 2010 ai 2400 miliardi del 2019! Come nel caso di Goldman Sachs che abbiamo denunciato nello scorso numero, JPMCB è una banca che gode dell’assicurazione federale sui depositi, a cui dovrebbe essere vietato per legge speculare.
Gli economisti Pam e Russ Martens di Wall Street on Parade, che conducono una campagna per il ritorno alla separazione bancaria (Glass-Steagall), hanno messo JPMCB sotto la lente d’ingrandimento. Ne risulta non solo un esempio vergognoso di banca che fa investimenti ad alto rischio con la rete di protezione dei contribuenti, ma di un istituto che costituisce una gigantesca passività anche in confronto con le altre megabanche zombie con alta esposizione in derivati.
“Secondo il terzo rapporto trimestrale 2019 del Comptroller of Currency (OCC), tutte le banche protette dal governo che hanno fatto trading con i derivati hanno guadagnato 1,8 miliardi, 1,15 dei quali solo JPMorgan”, hanno scrisso i Martens. “Secondo l’OCC, nel trimestre conclusosi il 30 settembre 2019, le banche protette dal governo USA avevano derivati azionari per 3,8 mila miliardi di valore nozionale, di cui la JPMorgan ne rappresentava il 63%., Citibank il 15% e Bank of America il 14%. Il resto delle banche e casse di risparmio che godono del backstop dei contribuenti, poco più di cinquemila, si spartivano il rimanente 8%”.
Come spesso ripeteva Lyndon LaRouche, ci sono solo due modi in cui questa storia può finire: con una bancarotta universale del sistema o con un’esplosione iperinflazionistica se le banche centrali tentano di salvare il sistema con denaro a pioggia.