Una feroce campagna diffamatoria contro la dottoressa Natalia Vitrenko, rinomata economista ucraina, ex membro del Parlamento e ex leader del Partito Socialista Progressista dell’Ucraina (PSPU), ora vietato, ha messo in pericolo la sua vita. Ciò dimostra quanto l’attuale governo ucraino sia lontano dalle “norme democratiche” e dallo “Stato di diritto”.
TSN.ua, un canale televisivo online di proprietà del gruppo mediatico 1+1 Media Group, ha realizzato un video di 10 minuti che contiene un’incitazione all’arresto o all’assassinio dell’on. Vitrenko. Pubblicato su YouTube il 3 luglio, il video diffamatorio ha ottenuto oltre 280.000 visualizzazioni sul canale di TSN. Video derivati e sintesi scritte sono apparsi su decine di altri canali e siti web.

Titoli come “Choc! Guardate la Vitrenko adesso… Dov’è l’SBU?” (riferito all’agenzia di sicurezza ucraina) e “Sostenitrice del ‘mondo russo’ in giro per la capitale!” sembrano studiati per istigare la rabbia negli spettatori. Il giornalista di TSN ha concluso con tono indignato: “Possiamo vedere che è libera, sta bene, cammina tranquillamente nel centro di Kiev, proprio accanto alla sede principale della polizia investigativa e a soli 300 o 400 metri dall’SBU!”. Il presentatore di un video spin-off su Oboz.ua ha chiesto agli spettatori: “L’Ucraina è minacciata dalla presenza di persone come queste nel Paese?”. I video hanno suscitato commenti da parte degli spettatori di YouTube come «Perché è ancora viva?».

Il video di TSN ha riportato diverse falsità come fatti: che la Vitrenko era stata sottoposta a “procedimenti penali” per tradimento e promozione del separatismo; che il suo PSPU era stato “finanziato direttamente dalla Russia”; che Vitrenko “si opponeva alla lingua ucraina”; che si era recata personalmente nella città di Slavyansk, nell’Ucraina orientale, per organizzare referendum separatisti nel 2014; e che dopo il 2014 si fosse trasferita nella Federazione Russa. Il video presentava anche le opinioni politiche della Vitrenko, come la sua opposizione alle condizioni economiche imposte dal Fondo Monetario Internazionale all’Ucraina negli anni ’90 e la sua campagna degli anni 2000 contro l’adesione alla NATO, come prova del suo lavoro per la Russia.
È stato omesso qualsiasi riferimento ai 30 anni di esperienza della signora Vitrenko nella stesura e nella proposta di programmi economici volti a salvare l’industria ucraina dalla distruzione durante la prima ondata di privatizzazioni dopo l’indipendenza del Paese nel 1991, nonché alla sua insistenza nel proteggere gli scienziati e la forza lavoro qualificata del Paese come sua più grande risorsa. È stato omesso il rispetto che si è guadagnata intervenendo a conferenze internazionali, dove ha sostenuto misure specifiche per una riforma del sistema finanziario mondiale denominata “Nuova Bretton Woods” e la partecipazione dell’Ucraina a progetti infrastrutturali globali. È stato omesso anche il fatto che alla vigilia delle elezioni presidenziali del 2019 in Ucraina, la Vitrenko ha invitato i suoi sostenitori a votare per Volodymyr Zelensky perché si era dichiarato candidato a favore della pace.


Natalia Vitrenko, che ha un dottorato in economia, è stata membro della Verkhovna Rada (il Parlamento ucraino) dal 1994 al 2002. Come candidata alla presidenza dell’Ucraina nel 1999, ha ottenuto l’11% dei voti, nonostante un attentato in cui una granata lanciata durante uno dei suoi comizi ha ferito 45 persone e interrotto la sua campagna elettorale. Più di mille membri e sostenitori del PSPU sono stati eletti negli organi di governo locali. Nel 2019, il PSPU ha vinto una battaglia legale durata cinque anni per superare l’ostruzionismo del Ministero della Giustizia alla sua ri-registrazione ai sensi delle leggi di “de-comunizzazione” post-2014, che imponevano ai partiti politici di eliminare qualsiasi riferimento positivo al periodo sovietico dai loro documenti ufficiali.



Il processo Vitrenko: l’uso politico dei tribunali

Il 2 luglio, TSN ha filmato la Vitrenko e Volodymyr Marchenko, ex vicepresidente del partito PSPU, ora vietato, e deputato per tre mandati (1990-2002), mentre uscivano dal tribunale del distretto di Pechersky a Kiev. Erano lì per presentare il ricorso di Vitrenko nell’ultimo di una serie di procedimenti amministrativi avviati contro di lei dall’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione (acronimo ucraino NAZK). I principali media erano presenti a causa di un caso non correlato che coinvolge Ihor Kolomoisky, ex governatore della regione di Dnipropetrovsk ed ex finanziatore di Zelensky, ora accusato di “alto tradimento”.
Gli ex parlamentari Vitrenko e Marchenko sono stati riconosciuti e filmati. Il video diffamatorio, costruito attorno al breve filmato di luglio e al rifiuto della Vitrenko di rispondere alle domande del giornalista, la derideva anche per aver contestato la piccola multa inflitta dalla NAZK.


Lo scopo dei casi della NAZK, tuttavia, non è evidentemente quello di riscuotere piccole multe. Vitrenko rischia di essere ufficialmente registrata come “persona corrotta”, uno status che le impedirebbe di svolgere qualsiasi attività politica in futuro. La prima denuncia della NAZK contro Vitrenko, presentata alla fine del 2024, era per mancata presentazione dei documenti sul patrimonio, le entrate, le spese e gli obblighi finanziari del PSPU (che ha cessato le attività nel 2022). Secondo i documenti presentati in appello, è stata processata in contumacia perché il tribunale non le ha notificato il procedimento ed è stata accusata in qualità di presidente di una “commissione di liquidazione” del PSPU, carica di cui non era a conoscenza e che non aveva accettato.



La farsa della NAZK, che l’agenzia ripete ogni trimestre, è riassunta nel comunicato dell’EIR “È ora di fermare il disprezzo di Kiev per le libertà fondamentali e lo ‘Stato di diritto’”, del 17 gennaio 2025.


Continuano a emergere prove che l’attuale governo ucraino sta utilizzando i tribunali per mettere a tacere qualsiasi opposizione politica, sia personalità di spicco del passato che esiliati politici che potrebbero godere di sostegno se fosse loro permesso di tornare. Ad esempio, a giugno un tribunale ucraino ha condannato in contumacia il blogger Anatoly Shariy, che ora vive in Spagna, per “alto tradimento”, sulla base di video risalenti a diversi anni fa in cui aveva criticato l’SBU. Il Partito di Anatoly Shariy, organizzato dai suoi sostenitori, è stato uno degli undici partiti messi fuori legge con decreto presidenziale e con azioni legali del Ministero della Giustizia nel 2022.


Il memorandum dello Schiller Institute, “Il divieto dei partiti politici in Ucraina” (EIR, 9 settembre 2022) ha riassunto l’assenza di un giusto processo in questi casi. In particolare, i processi ucraini hanno violato le “Linee guida sul divieto e lo scioglimento dei partiti politici e misure analoghe”, pubblicate dalla Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto (Commissione di Venezia).
Il silenzio della signora Vitrenko di fronte alle domande insistenti del giornalista di TSN – «Qual è il suo atteggiamento nei confronti della lingua ucraina?», «Riceve sostegno dai russi?» – non era una novità. L’ex leader del PSPU non ha rilasciato alcuna dichiarazione politica dopo il 24 febbraio 2022, giorno in cui le truppe russe sono entrate in Ucraina. L’unico impegno pubblico degli ex leader del PSPU da allora è stato quello di fare ricorso contro il divieto del loro partito dinanzi alla Corte Suprema dell’Ucraina, che ha respinto molte delle accuse mosse contro di loro dall’SBU e dal Ministero della Giustizia, ma ha confermato il divieto. Hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte di Strasburgo), che nel luglio 2023 ha comunicato che il caso era stato accettato per essere esaminato; tuttavia, non è stato ancora dato seguito al ricorso.

La presunzione di innocenza

La presunzione di innocenza fino a quando un imputato non è stato dichiarato colpevole da un tribunale è un principio giuridico fondamentale. In violazione di tale principio, nel 2022 i funzionari del ministero della Giustizia ucraino hanno pubblicamente etichettato come criminali i partiti politici destinati al divieto e i loro leader, prima di qualsiasi procedimento giudiziario. La frequente definizione dei partiti come “filorussi” da parte dei funzionari ha aperto la strada a ulteriori calunnie, creando un clima politico sfavorevole ai processi. Un esempio è il sito web dell’ONG ‘Chesno’, finanziato dall’Occidente e impegnato nella lotta contro le frodi elettorali, che include Natalia Vitrenko in una galleria online di persone etichettate come “traditori”.

Le liste dei nemici sono comuni nell’Ucraina di oggi. Il Centro per la lotta alla disinformazione (CCD) del governo ucraino e progetti “privati” come Myrotvorets pubblicano tali liste e molti dei loro bersagli sono stati assassinati.
Le calunnie ufficiali contro persone innocenti vengono riportate dai media, che in Ucraina sono strettamente controllati. La società madre di TSN, 1+1 Media Group, fa parte della cosiddetta alleanza “United News”, che dall’inizio della guerra con la Russia ha organizzato una maratona televisiva 24 ore su 24 per imporre una linea mediatica unitaria in materia di politica e affari esteri.



Il ripristino dello Stato di diritto in Ucraina deve includere la fine dei video diffamatori come quello di TSN contro la Vitrenko, realizzato per suscitare reazioni rabbiose da parte degli spettatori e provocare il linciaggio politico o fisico delle persone prese di mira.