I rapporti tra l’Unione Europea e la Cina sono congelati, se non addirittura rotti, dopo l’imposizione di sanzioni da parte dell’Unione Europea, dell’amministrazione Biden, del Regno Unito e del Canada il 22 marzo, sulla falsa questione delle violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, cui hanno fatto seguito le contro-sanzioni da parte di Pechino e, il 22 maggio, il voto del Parlamento Europeo per sospendere la ratifica dell’accordo quadro sugli investimenti (CAI), che sarebbe stato il più importante accordo UE-Cina fino ad oggi.

Tuttavia, le recenti visite ufficiali in Cina dei ministri degli Esteri di Ungheria, Polonia, Irlanda e Serbia, l’ultimo fine settimana di maggio, per incontri con il Consigliere di Stato cinese e il ministro degli Esteri Wang Yi, sono una chiara sfida a questa politica anti-cinese. Tutti e quattro gli incontri si sono svolti in un clima di cordialità, dovuto non solo all’assistenza fornita da Pechino nella lotta contro il COVID-19. I rappresentanti dei tre paesi dell’UE si sono rammaricati della battuta d’arresto del CAI e hanno auspicato una ripresa dei negoziati in un’atmosfera di dialogo.

L’Ungheria, la Polonia e la Serbia (quest’ultima non membro dell’UE) sono tutte membri del “gruppo 17+1” – dei Paesi dell’Europa centrale e orientale (CEEC) più la Cina – e sono desiderose di continuare a incrementare la cooperazione economica all’interno del gruppo. Inoltre, insieme a Montenegro e Croazia, si trovano a cavallo dei corridoi est-ovest e nord-sud che attraversano i Balcani, che Pechino sta aiutando a costruire e sviluppare.

Durante il suo incontro con il ministro degli Esteri polacco Zbigniew Rau, Wang ha auspicato che i loro due Paesi esplorino possibili sinergie tra il 14° piano quinquennale cinese (2021-2025) e il programma di ripresa post-pandemia della Polonia, che dovrebbe essere finanziato con i soldi del Recovery Fund europeo. Da parte sua, Rau ha detto che la Polonia spera di incrementare l’esportazione di prodotti agricoli verso Pechino e sta crescendo come centro di collegamenti ferroviari tra Europa e Cina.

Il ministro degli Esteri serbo Nikola Selakovic (foto) ha ringraziato Pechino per la consegna di vaccini anti-Covid e per gli investimenti nelle infrastrutture serbe. Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha sottolineato che l’amicizia tra il proprio Paese e la Cina si è concretizzata durante la pandemia, quando quest’ultima ha offerto la possibilità di acquistare il vaccino Sinopharm.

Sottolineando l’importanza dell’Europa sud-orientale per Pechino, il consigliere di politica estera del Presidente, Yang Jiechi, il 24 e 25 maggio ha visitato Slovenia e Croazia, dove è stato calorosamente ricevuto dai relativi capi di stato e di governo. Poi, il 26 maggio, Pechino si è dichiarata pronta a discutere col Montenegro, membro del CEEC e della NATO, la dilazione nel pagamento del debito per la costruzione dell’autostrada Est-Ovest, un’infrastruttura chiave che collegherà il porto di Bar al Corridoio 10 della rete TEN-T Europea.