I difensori del continuo massacro di civili palestinesi da parte del regime di Netanyahu si nascondono dietro l’argomentazione formale che esso non soddisfa la “definizione legale” di genocidio. Intanto, il bilancio delle vittime sale. I leader di Regno Unito, Francia e Canada hanno avvertito Israele che intraprenderanno “azioni concrete” se non verrà interrotta la “vergognosa” espansione delle operazioni militari a Gaza, eppure le uccisioni continuano. E Donald Trump, al termine del suo viaggio nel Golfo Persico, ha sbottato: “Molte persone stanno morendo di fame. Molte persone. Stanno accadendo molte cose brutte” e si è impegnato a fare qualcosa.
Eppure, a Gaza, mentre chi non muore sotto le bombe muore di fame, la disperazione aumenta. Netanyahu e i suoi fanatici alleati si attengono al piano, annunciato, di eliminazione dei palestinesi dalla terra che quelli hanno occupato e che rivendicano come un dono di Dio. La speranza di una “soluzione politica”, a cui alcuni si aggrappano, svanisce di fronte all’ostinazione con cui gli estremisti sionisti continuano a rifiutarsi di negoziare, attenendosi invece alla profezia del “Muro di ferro” lanciata dal fondatore del revisionismo sionista, Vladimir Jabotinsky, nel 1923, secondo cui la superiorità militare costringerà i palestinesi a una totale sottomissione o ad abbandonare la loro patria.
Nella tradizione di Lyndon LaRouche, lo Schiller Institute (SI) ha rinnovato la strategia per la pace tra palestinesi e israeliani, incentrata sul “Piano Oasi”, un grande progetto di infrastrutture idriche ed energetiche per fornire acqua ed elettricità a Israele e Palestina e ai loro vicini arabi. Questo “Piano LaRouche” è stato al centro della terza sessione della conferenza dello Schiller Institute dello scorso fine settimana, che lo ha collocato nella tradizione westfaliana del beneficio economico reciproco. Questa formula fu infatti incorporata nei trattati di pace di Westfalia, che posero fine alla Guerra dei 30 anni nel 1648.
LaRouche ha sottolineato come i progetti di sviluppo economico congiunto offrano un incentivo fisico alla pace, e sono l’unico modo per superare la strategia geopolitica del divide et impera, che è stata alla base del dominio dell’impero britannico sull’Asia sud-occidentale a partire dalla fine della Prima Guerra Mondiale. L’attuazione di programmi di sviluppo regionale di tale portata, come il Piano Oasi, richiede il rifiuto dei meccanismi di saccheggio malthusiani del moderno sistema imperiale britannico e la loro sostituzione con un sistema di credito hamiltoniano, per incanalare gli investimenti in moderne tecnologie che aumenteranno la produttività di tutte le nazioni coinvolte.
Come farlo è stato uno dei principali argomenti di discussione della conferenza dello Schiller. Mentre i burocrati dell’UE e i guerrafondai neocon di entrambi i partiti statunitensi soffiano sul fuoco dei conflitti, lo Schiller Institute sta organizzando un vero e proprio processo di pace. I contorni di quest’ultimo erano visibili alla conferenza, che ha visto la partecipazione di autorevoli rappresentanti di molti Paesi e una discussione approfondita sul superamento della malattia della geopolitica. Mentre cresce l’opposizione ai crimini di guerra commessi dal regime di Netanyahu, il Piano LaRouche rappresenta l’unica soluzione.