Con la vittoria schiacciante di Donald Trump negli Stati Uniti, la caduta del governo tedesco e la mobilitazione di un numero crescente di nazioni attorno ai BRICS, ci troviamo in un momento storico ricco di grandi potenzialità, ma anche di grandi pericoli. Il vecchio ordine neoliberista si sta rapidamente sgretolando, il che potrebbe spingere il “complesso militare-finanziario” a contrattaccare, in un ultimo tentativo di inasprire le guerre e i conflitti, in particolare nell’Asia sud-occidentale.
D’altro canto, la Maggioranza Globale, rappresentata dai BRICS e da altri Paesi del Sud, è determinata a realizzare un sistema economico e finanziario equo che permetta a tutti le nazioni di superare la povertà e il sottosviluppo. Una possibilità, come ha detto il presidente brasiliano Lula da Silva, è quella di trasformare la Nuova Banca di Sviluppo dei BRICS nella “grande banca del Sud Globale”, per offrire accesso a prestiti per lo sviluppo a condizioni favorevoli e creare ulteriori piattaforme per l’espansione degli investimenti e del commercio tra i vari Paesi.
L’Occidente collettivo può rispondere, come ha fatto finora, percependo questo potenziale come una minaccia al proprio potere egemonico e ricorrere al “decoupling”, al “de-risking”, alle sanzioni e alle minacce militari come mezzi di intimidazione. Oppure può adottare una posizione positiva e orientata al futuro, optando per la cooperazione anziché per il confronto.
Lo Schiller Institute ha annunciato iniziative volte a garantire che il cambiamento avvenga in una direzione positiva, verso un nuovo paradigma nelle relazioni internazionali. La conferenza internazionale online che si terrà il 7 e l’8 dicembre sarà un passo verso questo obiettivo. Nelle prossime due settimane, lo Schiller Institute guidato da Helga Zepp-LaRouche (foto) pubblicherà un opuscolo preliminare su alcuni dei progetti industriali su cui i BRICS e le nazioni occidentali potrebbero e dovrebbero cooperare, nel reciproco interesse. Tra questi, il progetto di trasferimento idrico Transaqua per l’Africa, il porto di Chancay e la ferrovia bi-oceanica in Sud America, il Piano Oasi per l’Asia sud-occidentale, tutti in associazione con il grande progetto cinese Belt and Road Initiative.
Se i Paesi occidentali unissero le forze con i BRICS per promuovere lo sviluppo economico dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, investendo nelle infrastrutture di base, nella produzione e distribuzione di energia, nelle comunicazioni, nell’agricoltura e nell’industria avanzate, si creerebbero circa due o tre miliardi di nuovi posti di lavoro produttivi nei prossimi anni in quei Paesi. Questo, a sua volta, risolverebbe l’attuale crisi migratoria nell’unico modo umano possibile, creando un irresistibile incentivo per le persone a contribuire alla costruzione dei propri Paesi, piuttosto che affrontare la minaccia di morire di sete sulla strada per l’Europa, di annegare nel Mediterraneo, o di essere uccisi o maltrattati al confine tra Stati Uniti e Messico. I leader politici dei Paesi BRICS, compresi i presidenti Xi e Putin, hanno ripetutamente sottolineato che non intendono formare un nuovo blocco, ma sono aperti alla cooperazione con tutti, anche con i membri della NATO, come già avviene con la Turchia.
Non mancate!
7-8 dicembre 2024, dalle 15:00 alle 22:00 circa. Ulteriori informazioni sul programma e una pagina di registrazione saranno presto disponibili sul sito https://schillerinstitute.nationbuilder.com/20241207_conference. Per avere accesso alla traduzione simultanea in inglese, francese, tedesco e spagnolo sulla piattaforma Zoom, è necessario registrarsi all’indirizzo sopra indicato.