Intervenendo alla prima sessione della conferenza dello Schiller Institute, l’ex ministro degli Esteri del Sudafrica Naledi Pandor, ha denunciato l’“ambiente geopolitico molto difficile e tossico”, che minaccia le conquiste della civiltà e i diritti dell’umanità. Insieme, dobbiamo ripristinare il multipolarismo e concentrarci sulle “sfide globali, che sono la povertà, il sottosviluppo, l’oppressione, l’insicurezza, il degrado climatico e la crescente corsa agli armamenti che minaccia la pace nel mondo”. Particolarmente tragico, ha detto, è che “permettiamo da oltre 18 mesi il massacro della Palestina”. La Pandor ha appoggiato il Piano Oasi dello Schiller Institute e ha auspicato che i BRICS lo adottino.
A proposito dei BRICS, il relatore successivo, il professor Zhang Weiwei della Fudan University in Cina, ha sottolineato che il PIL totale dei Paesi membri del gruppo è ora più grande di quello del G7, ma l’ordine mondiale non riflette questa proporzione. A suo avviso, gli ultimi quattro decenni in Asia sono stati un successo “win-win”, basato sui seguenti fattori: sviluppo, sicurezza politica e rispetto della sovranità, dialogo civile e risoluzione pacifica delle controversie.
L’ex presidente della Guyana Donald Ramotar ha denunciato la politica interventistica della NATO per cercare di salvare “un sistema socio-economico obsoleto”, che è neocolonialismo.
Anche Dmitry Chumakov, vice rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, ha parlato della necessità di un nuovo quadro finanziario, a livello mondiale, che comprenda “accordi di credito senza condizioni”. Era previsto l’intervento del professor Dmitri Trenin, supervisore accademico della Scuola Superiore di Economia Mosca, ma non è stato possibile stabilire un collegamento Internet dal luogo in cui si trovava in quel momento.
Inoltre, i partecipanti sono stati molto felici di ascoltare alcuni “dissidenti” americani, che rappresentano il volto “anti-imperiale” degli Stati Uniti e che hanno denunciato con forza la “politica di guerra permanente” e la politica egemonica che domina Washington ormai da molti decenni. Tra gli ospiti illustri c’erano l’ex ambasciatore Jack Matock (foto, inviato a Mosca dal 1987 al 1991) e il diplomatico Chas Freeman, che è stato anche assistente del Segretario alla Difesa. Da parte dei Veteran Intelligence Professionals for Sanity (VIPS), Ray McGovern e Scott Ritter hanno animato il pubblico a mobilitarsi insieme allo Schiller Institute.