Il 17 gennaio, Trump e Xi Jinping hanno parlato al telefono ed entrambi hanno poi descritto positivamente il colloquio. Donald Trump ha espresso il desiderio di visitare il suo omologo cinese durante i primi cento giorni della presidenza e da allora ha evitato di minacciare dazi contro Pechino, benché lo avesse fatto spesso durante la sua campagna elettorale. Tuttavia, i leader cinesi continuano a diffidare di Trump per altre prese di posizione, come la minaccia di imporre dazi draconiani ai BRICS se il gruppo tenterà di abbandonare il dollaro, o di “riprendersi” il Canale di Panama, o di acquistare la Groenlandia.
Solo pochi giorni dopo la telefonata con Trump, Xi Jinping ha avuto una lunga conversazione telefonica con Putin. La telefonata era stata organizzata ben prima del colloquio con Donald Trump e, secondo quanto riferito, non era collegata ad esso. Tuttavia, i due leader, pur ribadendo gli stretti rapporti bilaterali, hanno sottolineato il comune impegno per il nuovo ordine mondiale in formazione in cui i BRICS, l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e il G20 svolgeranno un ruolo maggiore nel determinare la politica mondiale. Xi e Putin hanno anche sottolineato il ruolo della Carta delle Nazioni Unite come base per i rapporti internazionali, nonché la necessità di sostenere in questi l’equità e la giustizia, un aspetto che Trump tratta notoriamente con una certa disinvoltura.
È stata anche sottolineata l’importanza dell’80° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. La Russia celebrerà l’evento il 9 maggio, mentre in Cina, dove la guerra nel Pacifico è durata un po’ più a lungo, sarà commemorato il 3 settembre. Entrambi i presidenti hanno concordato di partecipare alle celebrazioni dell’altro. La videochiamata è stata resa pubblica e trasmessa dalla televisione russa.
Contemporaneamente, si è cercato di stabilizzare i più complessi rapporti Cina-India. Il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri è stato a Pechino il 26 e 27 gennaio per incontrare il collega cinese Wang Yi. Anche se il governo indiano è favorevole ai BRICS e al nuovo ruolo del Sud globale negli affari mondiali, senza dubbio ci saranno tentativi da parte della nuova amministrazione Trump di convincere Delhi, facendo leva sul “Quadrato di sicurezza” di cui l’India fa parte assieme ad Australia, Giappone e Stati Uniti, a contrastare le mosse verso un mondo “multipolare”. È comunque da stabilire di quanto il Primo Ministro Modi si muoverà in questa direzione.
