Il primo incontro USA-Russia il 10 gennaio a Ginevra è durato ben sette ore, al termine delle quali la delegazione russa ha dichiarato di aver spiegato in maniera esauriente e con dovizia di argomenti le ragioni per cui la Russia considera l’espansione della Nato verso i propri confini una linea invalicabile. Dal canto loro, i funzionari americani hanno rilasciato dichiarazioni roboanti che forse nascondono concessioni in corso. Mosca ora attende l’esito dei prossimi incontri con la Nato per trarre le conclusioni.
Il viceministro degli Esteri russo Sergey Ryabkov (foto) ha dichiarato che i colloqui erano stati “sensazionali”, difficili ma professionali. La Russia tuttavia non avrebbe discusso della “distensione” richiesta dagli USA, se con questo si intende il ritiro delle truppe dal proprio territorio o cose del genere. “La posizione USA è abbastanza dura; tutto indica che si è completamente integrata con quella dei nostri vicini occidentali e con quella che i nostri diretti vicini del cosiddetto gruppo di Bucarest di nove Paesi ha elaborato nelle scorse settimane”.
L’ex analista della CIA Ray McGovern, esperto di questioni russe, ha espresso ottimismo sui colloqui di Ginevra. Rispondendo ai commenti sui media americani, ha scritto che “a mio parere, quelle piccole teste (guerrafondaie) non afferrano il significato di ciò che è avvenuto a Ginevra. Avrebbero dovuto titolare: ‘Ginevra: accordo per discutere dove piazzare i missili’ ”. (https://original.antiwar.com/mcgovern/2022/01/10/us-russia-talk-about-where-not-to-place-missiles/) In precedenza, McGovern aveva messo in risalto il merito personale di Putin e Biden nel giungere ai colloqui.