Il 75mo anniversario della bomba su Hiroshima è stato accompagnato dalla consueta riflessione sull’uso della bomba atomica e se il rischio di guerra nucleare sia tornato d’attualità.
L’ex Premier australiano Kevin Rudd ha fatto centro in un articolo pubblicato il 3 agosto su Foreign Affairs intitolato “Attenti ai cannoni d’agosto, in Asia”, in riferimento allo scoppio della prima guerra mondiale il 1 agosto 1914. “L’esito una volta impensabile, un vero conflitto armato tra gli Stati Uniti e la Cina, ora sembra possibile per la prima volta dalla fine della guerra di Corea”, scrive Rudd. “In altre parole, ci troviamo di fronte alla prospettiva non di una semplice nuova Guerra Fredda, ma anche di una calda”.
Molti funzionari cinesi, come pure osservatori occidentali, hanno espresso timori simili giustificati dai livelli davvero grotteschi raggiunti dal China-bashing a Washington, espresso particolarmente dal segretario di Stato Mike Pompeo, paragonabili ai giorni più bui dell’era maccartista. Mentre alcuni inseriscono gli attacchi nella strategia elettorale di Trump, sarebbe sciocco sottovalutare la portata degli attacchi verbali e delle interferenze politiche quando fanno da cornice alle provocazioni militari USA nel Mar Cinese Meridionale, specialmente alla luce dei precedenti storici e dei dettami della dottrina geopolitica.
Venticinque anni fa, sulla base di discussioni con testimoni della decisione presa dal Presidente Truman di sganciare la bomba atomica, Lyndon LaRouche condannò la decisione, definendola inutile dal punto di vista militare. Il Giappone era già stato sconfitto ed erano in corso contatti per i negoziati di resa, che sarebbe avvenuta di lì a poco. Da allora sono stati pubblicati documenti dagli Archivi Nazionali USA, che confermano che la vera intenzione dietro l’uso della bomba era quello di terrorizzare l’Unione Sovietica e scoraggiarla dal tentare di provocare le potenze angloamericane per paura di essere annientata.
Nel 1995, nel 50mo anniversario della bomba, LaRouche scrisse: “Non c’era bisogno di un’invasione militare delle isole giapponesi. Non c’era alcuna ragione militare per sganciare quelle armi nucleari su due città, Hiroshima e Nagasaki, di un Giappone già duramente sconfitto; c’era solo una motivazione geopolitica britannica che ha quasi niente a che fare col Giappone in quanto tale”. La distruzione fu ordinata da Winston Churchill dopo che il suo avversario, il Presidente Franklin Delano Roosevelt, era morto ed era stato sostituito dall’eterodiretto Harry Truman.
La Presidente dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, affronta questi temi in un articolo datato 9 agosto e pubblicato sul settimanale Neue Solidaritaet. Data “la inaudita combinazione di crisi che l’umanità si trova a fronteggiare”, scrive Zepp-LaRouche, “il vertice dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU chiesto da Putin potrebbe essere l’ultima chance di deviare dall’attuale corso suicida e avviare un livello superiore di cooperazione tra le potenze nucleari (…) questo vertice deve decidere un ordine di pace che inizi con la costruzione di un moderno sistema sanitario in ogni singolo paese sulla terra e si concentri sugli scopi comuni dell’umanità come, ad esempio, l’imminente realizzazione della fusione nucleare e la cooperazione internazionale nei viaggi spaziali”. https://www.solidaritaet.com/neuesol/2020/33/hzl.htm