Le nuove sanzioni contro la Russia decise dall’Amministrazione di Biden il 15 aprile sono un esempio di come la guerra economica sia diventata la componente chiave di una politica estera statunitense in bancarotta, di cui è protagonista una comunità di intelligence che ha perso la testa. Le sanzioni includono l’espulsione di dieci diplomatici, la lista nera per sei aziende tecnologiche russe, la sanzione per trentadue entità e individui, e il divieto per gli istituti finanziari statunitensi di partecipare al mercato primario delle obbligazioni denominate in rubli (o altra valuta), emesse dopo il 14 giugno 2021 dal governo russo e dai suoi istituti finanziari. Ciò costituisce chiaramente una dichiarazione di guerra finanziaria contro la Russia, con l’esplicito scopo di innescare la fuga di capitali e portare scompiglio nell’economia.
L’ordine esecutivo emesso a nome di Biden dichiara che le recenti presunte azioni russe “costituiscono una minaccia insolita e straordinaria per la sicurezza nazionale, la politica estera e l’economia degli Stati Uniti”. Il decreto stabilisce “un’emergenza nazionale per affrontare questa minaccia”. La Russia è accusata, tra le altre cose, di minare le libere elezioni negli Stati Uniti e altrove; di condurre una guerra informatica; di minacciare la sicurezza di Paesi importanti per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti; di occupare la Crimea e minacciare i confini dell’Ucraina; di offrire taglie ai combattenti talebani che uccidono gli americani; e di aver avvelenato Aleksej Naval’nyj.
Ci sono due aspetti di questo decreto che fanno scuotere la testa a molti osservatori increduli. In primo luogo, dato che le accuse contro la Russia ripetute più e più volte durante i quattro anni della presidenza di Trump si rivelarono invenzioni escogitate dagli oppositori della cooperazione strategica tra Washington e Mosca, queste nuove accuse rappresentano un’evidente escalation del tentativo di cambio di regime a Mosca. In secondo luogo, la nuova politica è stata annunciata due giorni dopo una telefonata tra Biden e Putin, durante la quale il presidente americano aveva fatto accuse simili, ma concluso con una proposta di un vertice tra i due “nei prossimi mesi”. Si aspettava davvero che le nuove sanzioni non pregiudicassero la proposta di vertice? Il portavoce di Putin, Peskov, ha dichiarato che il vertice potrebbe non tenersi a causa della scandalosa fuga in avanti di Washington.
Un portavoce dell’Amministrazione di Biden ha spiegato che l’ordine esecutivo è stato progettato per minare seriamente l’economia russa, allontanando gli investitori statunitensi dal “mercato principale che finanzia il governo russo”. Questo, ha detto, provocherà un aumento del costo del debito pubblico, una fuga di capitali e un indebolimento della valuta e avrà “un impatto sul tasso di crescita…[e] un impatto sul tasso di inflazione della Russia”.
L’uso delle sanzioni – come nei casi di quelle contro il popolo della Siria sotto la legge Caesar (vedi sopra), contro l’Iran o contro la Cina – ha lo scopo di far rispettare l'”ordine basato sulle regole”, infliggendo il massimo danno a qualsiasi nazione che rifiuti le richieste unilaterali di Washington e Londra. Spesso, tuttavia, le sanzioni hanno l’effetto opposto, cioè rafforzano la determinazione dei popoli delle nazioni prese di mira a difendere i propri governi, cercando un’alternativa all’ordine finanziario esistente.
Infatti, il Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha risposto all’ordine esecutivo ipotizzando uno sforzo coordinato da parte delle nazioni interessate a muoversi verso un nuovo sistema finanziario, “per ridurre i rischi associati alle sanzioni e i costi potenziali per gli operatori economici”. In particolare, dovrebbero essere fatti passi graduali per andare verso la de-dollarizzazione delle economie nazionali e la transizione verso pagamenti in valute nazionali o alternative, come pure per smettere di usare i sistemi di pagamento internazionali controllati dall’Occidente. La Russia sta lavorando attivamente a questo scopo. Vediamo grandi prospettive di cooperazione in questo campo con tutti i partner internazionali interessati”.