È passata poco più di una settimana dall’insediamento alla presidenza degli Stati Uniti e già in questo lasso di tempo Donald Trump è riuscito a ribaltare la scacchiera della geopolitica. Questo è positivo, nella misura in cui ciò apre nuove possibilità di cambiare radicalmente l’ordine mondiale. Ma non garantisce che quello che ne deriverà sarà migliore. Affinché sia così, occorrerà l’intervento attivo di forze, come il movimento internazionale di LaRouche, che stanno da tempo organizzando l’adesione dell’Occidente al “nuovo paradigma” emergente, all’insegna del motto “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”.

Finora, Trump ha fatto uscire gli Stati Uniti dall’accordo sul clima di Parigi, ha staccato la spina a vari Green Deal e ha contribuito a fermare, almeno temporaneamente, l’orrore della morte di massa a Gaza. Ma soprattutto ha fermato, sempre per il momento, la folle corsa verso una terza guerra mondiale, che contrappone la NATO alla Russia e alla Cina, due potenze nucleari e, con il suo metodo preferito, quello del bastone e della carota, sta cercando di porre fine alla guerra in Ucraina attraverso i negoziati.

Ci sono altre decisioni politiche che sono molto più negative. Ad esempio, se la politica finanziaria e bancaria di Trump sarà dettata da un ministro del Tesoro come Scott Bessent, essa perpetuerà lo stesso sistema neoliberista al collasso che è la causa principale delle numerose guerre a cui egli afferma di voler porre fine. Allo stesso modo, le sue minacce di rappresaglia contro chiunque sfidi l’egemonia del sistema del dollaro e il suo uso delle criptovalute non possono che peggiorare questo collasso. La sua politica sull’immigrazione, inoltre, è brutale e inefficace.

In una discussione con i suoi collaboratori il 27 gennaio, la presidente dello Schiller Institute Helga Zepp-LaRouche ha commentato che la situazione strategica, in questo momento, è così piena di contraddizioni che l’unica cosa di cui si può essere veramente sicuri è che prima o poi raggiungerà un punto di rottura: fino ad allora, non si può prevedere che corso prenderà. Pertanto, è necessario agire ora per mettere sul tavolo soluzioni fondamentalmente nuove.

Per la Palestina, vittima di un genocidio sostenuto dall’Occidente, ciò significa attuare il Piano Oasi (foto) per la costruzione di infrastrutture moderne e di sistemi idrici in tutta la regione, compreso Israele. Negli Stati Uniti, c’è l’urgente necessità di abbattere lo “Stato profondo”, quell’apparato o complesso segreto che ha degradato la nazione in un vergognoso fantoccio imperialista. L’Organizzazione LaRouche ha assunto un ruolo di primo piano nell’indurre la nuova amministrazione Trump ad assumersi questo compito, ponendo fine alla censura mediatica esercitata dallo stesso apparato.

Soprattutto, è il momento di promuovere il concetto di nuova architettura di sicurezza e sviluppo proposto dallo Schiller Institute e i dieci princìpi di Helga Zepp-LaRouche.