Con l’avvicinarsi del 22 giugno, data infausta in cui nel 1941 la macchina da guerra nazista tedesca lanciò l’invasione dell’Unione Sovietica, le dichiarazioni di membri ad alto livello del governo tedesco indicano che si sta preparando un nuovo attacco alla Russia. Il cancelliere Friedrich Merz ha dichiarato per la prima volta il 26 maggio che, tra le “opzioni possibili”, c’è la fornitura di missili da crociera Taurus all’Ucraina. Due giorni dopo, durante la visita di Zelensky a Berlino, i due leader hanno siglato un patto per la produzione congiunta di missili a lungo raggio. Mentre Merz ha affermato che l’uso di tali sistemi contro obiettivi situati in profondità nel territorio russo è una questione da affrontare in futuro, il fatto è che missili a lungo raggio forniti da Stati Uniti, Regno Unito e Francia sono già stati lanciati contro il territorio russo da tempo. Inoltre, il nuovo cancelliere ha dichiarato che non è questo il momento della diplomazia, sostenendo che la Russia è contraria a qualsiasi negoziato e che solo il pugno militare della NATO potrà costringerla al tavolo delle trattative.
In questo contesto, gli attacchi coordinati con droni ucraini contro gli aeroporti strategici russi il 1° giugno dimostrano che gli obiettivi della NATO vanno ben oltre l’Ucraina in quanto tale: alcuni ambienti politici e militari ad alto livello in Gran Bretagna, Francia e Germania sembrano credere di poter provocare la Russia senza temere ritorsioni. Data l’accelerazione dell’escalation della NATO, la parte russa calcola che i primi missili da crociera tedeschi Taurus potrebbero già arrivare in Ucraina entro la fine di luglio.
Andrei Kartapolov, presidente della Commissione Difesa della Duma ed ex viceministro della Difesa e numerosi altri funzionari russi hanno avvertito che il lancio di missili Taurus contro il territorio russo potrebbe esporre il territorio tedesco, compreso il luogo in cui vengono costruiti, a ritorsioni.
Kartapolov ha inoltre sottolineato in un’intervista rilasciata il 28 maggio a Life.ru che l’Ucraina non dispone delle competenze tecniche necessarie per utilizzare tali armi in modo indipendente. Anche se gli ucraini fossero in grado di “premere il pulsante di lancio” in modo autonomo, non sarebbero in grado di programmare i bersagli. Gli specialisti tedeschi dovrebbero determinare in anticipo la traiettoria di volo e inserire i dati di ricognizione nell’elettronica di controllo di ciascun missile da crociera. Anche il dispiegamento di sistemi a lungo raggio precedentemente forniti, come l’ATACMS statunitense, lo Storm Shadow britannico e lo SCALP francese, ha richiesto l’assistenza di specialisti militari occidentali.
In questa situazione strategica molto tesa, la visita di Friedrich Merz a Washington il 5 giugno per incontrare Donald Trump e altri sarà seguita con grande attenzione. Il leader tedesco riuscirà a convincere il presidente americano a sostenere la “coalizione dei volenterosi” europea, altrimenti destinata al fallimento, o sarà convinto dal suo interlocutore a cercare un “accordo migliore” per la Germania?