La fondatrice dello Schiller Institute, Helga Zepp-LaRouche, ha denunciato il “Green Deal” varato in Europa e negli USA come una riedizione della politica del primo ministro dell’economia di Hitler, Hjalmar Schacht, e vi ha contrapposto i concetti di “densità di flusso energetico” e di “densità demografica relativa potenziale”, sviluppati dal compianto consorte Lyndon Larouche.

La signora LaRouche ha parlato all’annuale Forum economico accademico di Mosca, che si è tenuto il 26 e 27 maggio scorsi, dal titolo “La trasformazione globale delle società moderne e gli obiettivi di sviluppo nazionale della Russia”, che ha visto la partecipazione dei massimi rappresentanti delle istituzioni economiche e finanziarie del Paese.

“Dopo la crisi finanziaria sistemica del 2008”, ha esordito, “non è stato fatto nulla per correggerne le cause profonde. Al contrario, le banche centrali hanno perseguito senza sosta una politica di “Quantitative Easing”, interessi zero e persino negativi, favorendo la speculazione a spese degli investimenti nell’economia reale. Ciò ha allargato il divario tra ricchi e poveri, ha eroso la produttività dell’economia fisica ed ha creato una bolla inflazionistica che è rimasta nascosta per qualche tempo. Quando è iniziata la pandemia del Covid-19 e le successive chiusure, i vari ‘stimoli’ e ‘recovery plan’ sono serviti come gradito pretesto per continuare a salvare un sistema finanziario già in bancarotta.

“Il totale delle attività della Fed è aumentato da meno di 1.000 miliardi nel 2008, a 4.100 miliardi di dollari nel settembre 2019” – quando si è congelato nuovamente il mercato interbancario – fino “a 7.800 miliardi verso la fine del 2020. Allo stesso modo, il bilancio della BCE è cresciuto da 1.500 (2008) a 4.600 miliardi di Euro (2019), fino a 7.500 miliardi di Euro (alla fine di aprile 2021): un aumento annuale del 75% nella creazione di denaro, un fatto senza precedenti che ci porta verso un crollo iperinflazionistico.

“È questa imminente bancarotta del sistema transatlantico che le banche centrali cercano di rinviare con una politica che prende vari nomi: ‘Grande Reset’, ‘Green New Deal’ o ‘Green Deal’, che mira a sottrarre decine di migliaia di miliardi di dollari dalla produzione industriale e agricola reale per spostarli verso gli investimenti nella bolla della ‘finanza verde’. L’uscita dalle industrie legate ai combustibili fossili e alla produzione, gli investimenti nella costruzione e nell’architettura ‘a zero emissioni’ (legno e bambù) rappresentano un gigantesco salto tecnologico all’indietro. Per i cosiddetti paesi avanzati ciò porterebbe ad un enorme aumento dei prezzi, un calo del tenore di vita e al caos sociale. Per i paesi in via di sviluppo, non solo significa il perpetuarsi della povertà e del sottosviluppo, ma anche, in particolare nelle attuali condizioni di pandemia e carestia, lo spopolamento di massa.

“Con la sua scienza dell’economia fisica, Lyndon LaRouche ha sviluppato il metro di misura necessario, definendo l’esatta correlazione tra la densità del flusso energetico utilizzato nel processo di produzione e la densità demografica potenziale relativa che può essere mantenuta ad un determinato livello. Poiché l’eolico e il solare hanno densità di flusso energetico molto basse e molti paesi, come la Germania, stanno abbandonando l’energia nucleare, il ‘Grande Reset’ minaccia di imporre una riduzione della popolazione mondiale nell’ordine di miliardi di individui, che è poi il risultato auspicato dai sostenitori neo-malthusiani della ‘finanza verde’. Il New Deal verde è l’opposto del New Deal di Franklin D. Roosevelt: è il revival dell’economia di Hjalmar Schacht, con gli stessi risultati: genocidio e guerra”.

Nel suo intervento Helga Zepp-LaRouche ha continuato illustrando le misure di emergenza proposte da Lyndon LaRouche, come la separazione bancaria e gli investimenti ad alta densità di flusso energetico, che oggi sono più urgenti che mai.