Il commento dell’8 luglio su The National Interest di Henry Sapolsky, un ex direttore del Programma di Studi Strategici del MIT, e di Elizabeth S. Barnes, una studentessa di relazioni internazionali, descrive il vertice della NATO di Varsavia appena concluso come un teatro dell’assurdo. “La Russia ha una popolazione di soli 143 milioni di abitanti. Non intende invadere alcun Paese membro della NATO e rischiare una guerra contro un’alleanza che, nel suo insieme, possiede una popolazione di quasi 900 milioni di individui, è costruita sulla base della superiore potenza militare degli Stati Uniti e ha accesso alle competenze industriali sia dell’Europa sia dell’America Settentrionale”, essi scrivono. Il piano di dispiegamento di quattro battaglioni in Polonia e negli stati baltici non è altro che “una rassicurazione da poco”, mentre la difesa degli stati baltici verrebbe garantita con assai maggior efficacia da una politica efficace e rispettosa di integrazione delle minoranze russofone, qualcosa di cui la NATO non discute mai.

Sapolsky e Barnes denunciano anche che il 2% del PIL come obiettivo di spesa per la difesa non ha alcun senso. “L’obiettivo del 2% è fumo negli occhi per una parte del pubblico americano, che ora include anche Barack Obama e Donald Trump, i quali lamentano che gli alleati atlantici scroccano a spese dell’esercito americano e dei contribuenti americani. Ad eccezione del Presidente Obama e dell’establishment che decide della politica estera, e forse anche di Donald Trump, non è molto importante quanto gli alleati contribuiscano alla loro propria difesa o quanto certi problemi in qualche angolo d’Europa siano considerati importanti, finché gli Stati Uniti vogliono avere il controllo della sicurezza europea e pagheranno per farlo”. Essi concludono con una frecciatina sarcastica a proposito dell’inclusione del Montenegro nell’Alleanza Atlantica: “Per l’art. 5 del Trattato atlantico gli Stati Uniti si impegnano a difendere il Montenegro, e anche il Montenegro scrocca”.