Esaminando gli ultimi sviluppi politici in Germania e il caos che hanno generato, si può solo concludere che, mentre sono brave a produrre problemi, le élite tedesche non hanno la minima idea di come risolverli. Questo è emerso chiaramente la scorsa settimana al Bundestag. Nel tentativo di migliorare la sua popolarità, il candidato cancelliere della CDU Friedrich Merz (foto) ha avviato una votazione su misure più severe per limitare l’immigrazione, con l’obiettivo di farla passare con il sostegno del partito di destra Alternativa per la Germania (AfD), altrimenti ostracizzato. Alla fine, la legge è stata sconfitta con 338 voti favorevoli e 349 contrari, con dodici franchi tiratori dai ranghi della stessa CDU.
Il fatto che Friedrich Merz a novembre abbia proclamato che avrebbe rispettato il “Brandmauer” (il cordone sanitario) attorno all’AfD, ma poi abbia fatto marcia indietro per motivi tattici sul tema dell’immigrazione, è contestato all’interno del partito, anche a causa della sortita di Angela Merkel alla vigilia del voto sulla legge. La Merkel è uscita dal silenzio che si era imposta dopo il ritiro dalla politica attiva, attaccando Merz e scatenando le sue truppe nel partito, con il risultato di incrinare la credibilità del candidato Merz a ridosso delle elezioni anticipate del 23 febbraio. I sondaggi le danno ancora circa il 30% dei voti, ma la CDU potrebbe scendere al 28% o meno. Ironia della sorte, l’AfD sembra aver tratto il massimo vantaggio dalla cocente sconfitta di Merz e potrebbe ottenere un risultato migliore del 20% che i sondaggi hanno finora attribuito loro.
Il 2 febbraio, i partiti della coalizione “semaforo” e i sindacati hanno organizzato una manifestazione contro l’AfD, portando oltre 150.000 persone a Berlino e altre migliaia in molte altre città tedesche per protestare contro la rottura del cordone sanitario da parte della CDU.
Qualunque sia il risultato finale, per un Cancelliere Merz sarà molto difficile trasformare la prevista vittoria elettorale in un nuovo governo. La CDU potrebbe scegliere di entrare in una coalizione con i socialdemocratici o con i verdi, ma entrambe le opzioni incontreranno sicuramente l’opposizione nel partito. Merz potrebbe tentare la mossa rischiosa di formare un governo di minoranza, contando sul sostegno dell’AfD pur non avendo un accordo formale con esso. In qualsiasi scenario, la porta rimarrebbe aperta ad altre elezioni anticipate.
Il risultato netto di tutti questi rischi e incertezze sarebbe una maggiore ingovernabilità della Germania per mesi, rendendola un centro di instabilità politica ed economica che si irradierebbe nel resto d’Europa. Sarebbe molto difficile uscire da questa prospettiva, senza un significativo incentivo esterno, come, ad esempio, un accordo tra Russia e Stati Uniti per porre fine alla guerra in Ucraina e migliorare le relazioni tra Est e Ovest, o una spettacolare apertura alla cooperazione con i BRICS e il Sud globale.