Lo screditato Presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker
ha assicurato all’anatra zoppa Barack Obama il 7 luglio, nel corso
del vertice NATO a Varsavia, che l’accordo di libero scambio tra
Stati Uniti e UE verrà approvato entro la fine dell’anno. In
realtà, tale accordo, il Transatlantic Trade and Investment
Partnership (TTIP), è altamente contestato su ambo le sponde
dell’Atlantico, e non è per niente detto che verrà approvato.
Non soltanto perché non sono note sia la
posizione del prossimo Presidente americano sia le conseguenze
della Brexit, ma anche per la crescente ostilità in Europa,
soprattutto da parte delle Piccole e Medie Imprese (PMI) e del
settore agricolo.
Il Premier francese Manuel Valls è stato
esplicito su questa questione, dichiarando il 26 giugno che non ci
sarà alcun accordo sul TTIP. Anche il Ministro del Commercio ha
confermato il 5 luglio che “un accordo nel 2016 è impossibile e lo
sanno tutti, compresi quelli che sostengono il contrario”.
Alla conferenza internazionale dello Schiller
Institute che si è tenuta a Berlino il 25-26 giugno, un esponente
del Mittelstand tedesco (le PMI) ha spiegato che le piccole e
medie imprese sono contrarie a firmare il TTIP. Egbert Drews della
società Marwiko a Berlino, che fornisce servizi alle PMI, ha
dichiarato ai partecipanti che dopo aver valutato attentamente e
criticamente la situazione, sono giunti alla conclusione che “i
rischi sono molto superiori alle possibilità [offerte]”.
Accordi simili, ha aggiunto Drews, “sono
generalmente vantaggiosi per le multinazionali e dannosi per le
PMI”. Il TTIP “armonizzerebbe” (ovvero abbasserebbe) gli
standard di qualità ed eliminerebbe le attuali
restrizioni sul commercio definendole “strumenti pubblici di
protezione”. Quindi i “concorrenti transazionali, che hanno il
vantaggio di economie di scala, potrebbero espellere dal mercato
innovatori di medie proporzioni con una strategia di bassi prezzi
che per loro non sarebbe dannosa”.
Normalmente, i governi hanno regole che
dovrebbero proteggere le PMI, ma con il TTIP tutte queste misure
sono considerate barriere al libero scambio. Allo stesso modo, il
nuovo trattato eliminerà “il trattamento preferenziale riservato
alle medie imprese in caso di contratti pubblici”.
Nel corso del suo intervento Drews ha
sottolineato l’importanza di sviluppare i rapporti con i BRICS.
Infatti, stando a statistiche ufficiali pubblicate nel 2012, “il
commercio estero tedesco coi Paesi del gruppo BRICS è aumentato di
sette volte, mentre tutto il commercio estero solo di due volte”.
Ma il TTIP danneggerebbe anche questi mercati,
in quanto li considera avversari. “Quindi, gli esportatori
tedeschi nell’associazione del commercio estero BGA mettono in
guardia da questa sorta di ‘NATO economica’ a spese di altri
partner commerciali”, ha ammonito Drews.