Grazie alla tempistica mobilitazione internazionale, catalizzata dallo Schiller Institute e ripresa da altri soggetti di diverso orientamento politico, il “Centro Contro la Disinformazione” (CCD) di Kiev ha rimosso dal proprio sito web la lista nera di oltre 70 personalità internazionali accusate di diffondere “propaganda russa” e di essere “terroristi dell’informazione”. Il CCD, finanziato tra gli altri dal Dipartimento di Stato americano e dal governo britannico, ha probabilmente ricevuto consigli da ambienti NATO, sempre più nervosi. Fonti dell’intelligence hanno sottolineato l’impatto degli articoli pubblicati in India, Germania e Danimarca su minacce così palesi e gravi rivolte a chiunque metta in discussione la narrazione ufficiale di Kiev e della NATO.
Dagli Stati Uniti, l’ex ispettore ONU per le armi Scott Ritter ha condannato in particolare il ruolo del senatore dello Stato di New York Charles Schumer nell’assicurare il finanziamento al CCD, che a sua volta ha inserito nella sua lista nera l’unica candidata in corsa contro di lui alle elezioni di novembre, ossia Diane Sare dello Schiller Institute. Ritter ha fatto notare in varie pubblicazioni che anche altri due avversari politici di Schumer sono sulla lista: lui stesso e il senatore Rand Paul.
Dal canto suo Helga Zepp-LaRouche, che è la numero due sulla lista del Centro Contro la Disinformazione, aveva invitato il Cancelliere Scholz a sollecitare il governo ucraino a prendere le distanze da questo tentativo di mettere a tacere la libertà di parola, anche all’estero, attraverso intimidazioni e implicite minacce di morte. In una videoconferenza dell’11 agosto, la signora LaRouche ha fatto notare che viene accusata di aver detto “che se continuiamo con l’attuale politica di scontro con la Russia e la Cina, c’è il pericolo di una terza guerra mondiale”. E di aver proposto un’architettura di sicurezza internazionale per rimediare a questo. “Ora, se vieni definito ‘criminale di guerra’ perché dici questo, ciò smaschera davvero chi lo sta facendo”.