Concludiamo il resoconto sulla conferenza dello Schiller Institute.
Il professor Wilfried Schreiber, Senior Research Fellow presso il World Trends Institute for International Politics a Potsdam, in Germania, ha affrontato la questione dell’attuale ordine mondiale. Ha iniziato facendo notare che la conferenza si stava svolgendo l’8 maggio, il giorno della “liberazione dalla barbarie nazista”, che è di particolare importanza per la Germania. Indicando il contributo inestimabile dell’Unione Sovietica a quella vittoria, ha deplorato l’attuale sfoggio di odio e malignità verso la Russia, che viene presentata come “il nemico” praticamente in tutti i mass media. Invece di cercare lo scontro, ha proposto, l’Occidente accetti seriamente l’offerta di dialogo e cooperazione con la Russia e la Cina, come è espresso nella dichiarazione congiunta dei ministri degli esteri emessa il 24 marzo 2021, e lavori verso una sicurezza comune, piuttosto che per la supremazia di una potenza su tutte le altre.
Il Prof. Schreiber è stato seguito da Eric Denécé, direttore del Centro francese di ricerca sull’intelligence (CF2R), che ha criticato aspramente la politica estera francese degli ultimi due decenni, durante i quali il Ministero degli Affari Esteri è stato sempre più sotto l’influsso degli ideali neo-conservatori americani. Ha proposto una serie di cambiamenti volti a ristabilire la credibilità e l’indipendenza internazionale della Francia e a garantire rapporti costruttivi con la Russia, la Cina e l’Africa. Denécé ha denunciato a lungo il “racket economico” a cui gli Stati Uniti stanno sottoponendo i loro alleati, anche attraverso le sanzioni extraterritoriali, con le quali la lotta alla corruzione è stata usata come pretesto per estorcere miliardi di euro alle imprese francesi.
Dal Giappone, l’economista Daisuke Kotegawa (foto), ex funzionario del Ministero delle Finanze giapponese ed ex direttore per il Giappone presso il FMI, ha illustrato la cooperazione che si stava sviluppando tra il Tokio e Mosca in campo economico, politico e sociale nel 2012. Purtroppo, la mano pesante di Barack Obama – e del suo consigliere per la sicurezza nazionale Susan Rice – ha fermato questo processo, facendo pressione sul primo ministro Abe affinché imponesse sanzioni economiche alla Russia e minacciando le banche giapponesi di rappresaglie per i prestiti alle aziende russe.
Un contributo su “L’Afghanistan e la nuova via della seta” è venuto da Sayed Mujtaba Ahmadi, consigliere dell’ambasciata afghana in Canada. Al suo apice, ha osservato, l’Afghanistan si trovava all’incrocio della storica Via della Seta, dove diverse culture e società di tutto il mondo si incontravano e scambiavano idee e beni tra loro. Oggi, l’Afghanistan ha aderito alla Iniziativa Belt and Road e partecipa anche al gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI) e al progetto CASA-1000, una linea di trasmissione elettrica dall’Asia centrale all’Asia meridionale.