Nel tardo pomeriggio del 6 novembre, alcune ore dopo che si era diffusa la notizia della vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali statunitensi, i notiziari annunciavano il crollo della coalizione di governo tedesca. Il licenziamento del Ministro delle Finanze Christian Lindner e l’uscita del suo partito (FDP) dalla coalizione hanno lasciato il Cancelliere Olaf Scholz a capo di un governo di minoranza composto da SPD e Verdi. Scholz ha dapprima annunciato un voto di sfiducia per il 15 gennaio, anticipandolo poi di un mese (16 dicembre), per spianare la strada ad elezioni che a questo punto si terranno in febbraio. L’intenzione originale di Scholz, di rimanere in carica fino a metà gennaio per prendere decisioni cruciali sul Green e sul sostegno militare all’Ucraina, è sfumata di fronte all’opposizione dei democristiani di Friedrich Merz, i cui voti sarebbero stati indispensabili per far passare le leggi desiderate.
Il calendario dei due leader era importante. Nel caso di Merz, che specula su una vittoria elettorale, il nuovo governo tedesco da lui guidato, che dovrebbe intensificare la pressione sulla Russia, entrerebbe in carica subito dopo l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca; nel caso di Scholz, il suo categorico “no” alla fornitura di missili da crociera Taurus all’Ucraina rimarrebbe in vigore ancora per diversi mesi, mentre Merz lo approverebbe come uno dei suoi primi atti in carica. Questo non rende la politica di Scholz sull’Ucraina positiva, ma solo meno negativa di quella di Merz, su una questione che per la Russia costituisce una linea rossa.
Questa differenza potrebbe essere cruciale per le iniziative di distensione che emergeranno durante le dieci settimane di zona grigia che separano le elezioni americane del 5 novembre e l’entrata in carica di Trump il 20 gennaio. L’indicazione di una distensione, sebbene ancora vaga, è stata data da Scholz in un’intervista con Caren Miosga, il 10 novembre, quando ha detto che avrebbe parlato con il Presidente russo Putin delle opzioni per porre fine alla guerra in Ucraina, a condizione di avere il sostegno dei partner della NATO. Poche ore dopo, Scholz era al telefono con Trump e discuteva delle opzioni per “riportare la pace in Europa”, come ha dichiarato poco dopo il portavoce del Cancelliere ai media, senza ulteriori dettagli.
Così, la vittoria di Donald Trump apre la porta a potenziali iniziative per porre fine ai combattimenti in Ucraina, a cui la Germania potrebbe contribuire. Ma allo stesso tempo è rischioso per Olaf Scholz, perché il partito dei Verdi potrebbe allearsi con Merz, le cui posizioni a favore della guerra sono più vicine alle loro che a quelle della SPD.