Come abbiamo già sottolineato, il fianco debole di Trump è l’economia. Di fronte alla minaccia di uno scoppio della bolla finanziaria, comprendente i derivati sul debito pubblico, la squadra di specialisti finanziari di Trump sta progettando di creare un’altra bolla, che potrebbe portare qualche risultato nel breve (anzi, brevissimo) termine, ma che inevitabilmente farà deflagrare l’intero sistema, a meno che nel frattempo non vi si ponga rimedio.
Stiamo parlando dell’idea di introdurre una criptovaluta privata e non regolamentata, come una sorta di “dollaro privato”, per sostenere il valore di scambio del dollaro e il suo dominio globale.
Tra i decreti emessi da Trump il 23 gennaio, ce n’è uno volto a creare una “riserva strategica statunitense di criptovalute”, che autorizza a proteggere il dollaro “anche attraverso azioni volte a promuovere lo sviluppo e la crescita di lecite e legittime stablecoins [monete stabili] sostenute dal dollaro in tutto il mondo”. Il decreto inoltre impedisce alla Federal Reserve di lavorare ulteriormente alla creazione di una valuta digitale da parte della banca centrale stessa.
Come ha scritto il redattore economico dell’EIR Paul Gallagher nell’attuale numero di EIR magazine, “Come gli Stati Uniti possano ‘proteggere il dollaro’, usando la propria moneta per sostenere una categoria di criptovalute in tutto il mondo, è un mistero. Ma l’intenzione è proprio quella di fare il contrario: fornire un sostegno alle criptovalute con il dollaro, cioè con i buoni del Tesoro americano a breve termine.
Questa politica è promossa dal segretario al Tesoro Scott Bessant, dal segretario al Commercio Howard Lutnick, dal venture capitalist David Sacks e da Elon Musk, che hanno tutti investito nelle speculazioni sulle criptovalute.
Le stablecoin, secondo Coinbase, “sono un tipo di criptovaluta che cerca di mantenere un valore stabile ancorando il proprio valore di mercato a un riferimento esterno. Questo riferimento può essere una valuta fiat come il dollaro americano, una merce come l’oro o un altro strumento finanziario”. Pertanto, le stablecoin non sono altro che un titolo derivato e, contrariamente al nome, tutt’altro che “stabili”.
Il Financial Stability Oversight Committee (FSOC) degli Stati Uniti, nel suo Rapporto annuale 2024 pubblicato il 7 dicembre (https://home.treasury.gov/system/files/261/FSOC2024AnnualReport.pdf), afferma che “le stablecoin continuano a rappresentare un rischio potenziale per la stabilità finanziaria, perché sono estremamente vulnerabili agli attacchi in assenza di adeguati standard di gestione del rischio”.
In effetti, la lista delle stablecoin che hanno “rotto gli argini” è infinita e comprende TerraUSD, allora numero 2 per dimensioni, USD Coin e altre. La stessa Tether, gestita dal fondo di Lutnick, nel 2021 ha pagato 41 milioni di dollari per patteggiare con la Commodity Futures Trading Commission (CFTC) per aver falsificato le riserve di titoli in valuta forte a sostegno della sua “stabilità”. Tether, come ha sottolineato l’FSOC nel suo rapporto, non ha ancora ricevuto alcuna verifica da parte di terzi dei suoi 118 miliardi di dollari di attivi e delle sue passività.
L’economista russo Sergey Glazyev (foto), ministro per l’Integrazione e la Macroeconomia dell’Unione Economica Eurasiatica nonché vicesegretario di Stato dell’Unione Russia-Bielorussia, ha fatto alcune osservazioni sul decreto di Trump nel suo canale Telegram il 25 gennaio: “Per il sistema finanziario del dollaro, questa innovazione può avere conseguenze fatali. Se prima di questa decisione la piramide finanziaria del dollaro stava perdendo stabilità soprattutto a causa della diminuzione della domanda esterna di strumenti in dollari, ora anche la domanda interna diminuirà con l’espansione del mercato delle criptovalute. Oltre al crescente rischio di collasso della piramide finanziaria del dollaro, ciò minerà inevitabilmente le fondamenta finanziarie dello Stato americano (…). Questo sistema finanziario già destabilizzato può crollare sotto l’assalto di una valanga di criptovalute emesse in modo incontrollato”.
Le stablecoin, più che alle valute stabili, assomigliano alle “Stalle” di Augea, conclude Gallagher, facendo leva sul doppio significato di “stable”. Ercole riuscì a pulire il letame accumulato in 30 anni solo deviando i fiumi Alfeo e Peneo. Potrebbe essere necessario uno sforzo simile per ripulire il sistema finanziario, comprese le criptovalute e il resto delle bolle dei derivati. Ma non c’è alternativa, e Trump farebbe bene a capirlo, se vuole che la sua presidenza viva a lungo.