Lyndon LaRouche ha condannato il tentativo fraudolento di incolpare Vladimir Putin dell’assassinio del politico liberale russo Boris Nemzov nei pressi del Cremlino, avvenuto la notte del 27 febbraio. Come c’era da attendersi, quasi tutti i media occidentali non si sono fatti sfuggire l’occasione di accusare il Cremlino di aver eliminato un oppositore.

Il Presidente Obama stesso ha accreditato questa montatura nei confronti del Presidente russo in un’intervista del 2 marzo alla Reuters, ed anche solo per questo dovrebbe essere destituito, ha detto LaRouche. E anche se Obama ha ammesso di non sapere chi abbia ordinato l’omicidio, ha aggiunto che esso è “indicazione di un clima all’interno della Russia in cui la società civile, i giornalisti indipendenti e persone che cercano di comunicare con Internet, si sentono sempre più minacciate e sotto costrizione”. Il Presidente americano ha proseguito sostenendo che lo stato russo controllerebbe tutti i media nel paese.

Bisognerebbe evitare paragoni gratuiti, ma val la pena di ricordare che queste esternazioni vengono dal leader di un paese i cui cittadini sono soggetti ad operazioni di megasorveglianza e perfino ad esecuzioni senza processo, in cui i diritti civili fondamentali sono stati ridotti dopo l’11 settembre con il Patriot Act, ed in cui giornalisti e talpe vengono perseguiti dal governo Americano, più sotto Obama che sotto tutti gli altri presidenti nella storia recente.

“Questo significa che Obama deve andarsene” ha detto LaRouche. Il mondo rischia una guerra globale termonucleare, ed è del tutto irresponsabile che un Presidente degli Stati Uniti condoni la diffusione di false informazioni come questa, e che si rifiuti di comunicare civilmente con un altro capo di stato.